Pil, Boccia: “Senza crescita la colpa sarà del governo”

Il dato Istat sulla crescita è molto deludente. Il Pil è fermo a zero nel terzo trimestre. “La dinamica dell’economia italiana è risultata stagnante, segnando una pausa nella tendenza espansiva in atto da oltre tre anni” – avverte l’Istat – giunto dopo una fase di progressiva decelerazione della crescita, tale risultato implica un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che passa allo 0,8 per cento, dall’1,2 per cento del secondo trimestre. La stima riflette dal lato dell’offerta la perdurante debolezza dell’attività industriale, manifestatasi nel corso dell’anno dopo una fase di intensa espansione, appena controbilanciata dalla debole crescita degli altri settori”.

Secondo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, “c’è una divergenza di spiegazioni economiche in questo governo su cui bisogna cominciare a chiarire che se i risultati della crescita non ci saranno nei prossimi mesi è colpa esclusiva di questo governo e della politica economica che realizza, non di altri”. Boccia, intervenendo a Ivrea, nel corso dell’assemblea di Confindustria Canavese, ha detto che la Confederazione degli industriali è a “disposizione del Paese e del Governo per fare proposte che non antepongano le ideologie alle spiegazioni economiche. L’abbiamo detto da tempo, l’economia globale comincia a rallentare. C’è una questione interna di un’Italia che deve reagire. Il rallentamento dell’economia globale in funzione dei dazi degli Stati Uniti, il rallentamento complessivo della maggiore capacità di competizione industriale a partire dalla Cina, sono segnali che devono farci fare i conti su due questioni: una italiana e l’altra europea che per noi si chiama questione industriale”.

Per il vicepremier Luigi Di Maio, “purtroppo, dal punto di vista internazionale c’è stata una serie di fattori che incidono sulla congiuntura economica generale. Ma vedrete che con la “manovra del popolo” non solo il Pil ma la felicità dei cittadini si riprenderà”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte la pensa allo stesso modo: “È uno stop congiunturale, riguarda cioè l’intero quadro dell’economia europea. Lo avevamo previsto ma proprio per questo abbiamo pianificato una manovra espansiva che si adegua al trend che si andava delineando e mira a invertirlo”. Rispetto alla manovra, il premier sottolineato di aver “visto ieri il ministro Tria, i tecnici del Mef. Ho ritardato la partenza per rivedere alcuni passaggi e coordinare la sintesi politica che spetta a me. Ma non c’è nulla di nuovo, l’abbiamo messa a punto. Stasera rientro e dovrei trovare i tecnici del Mef che hanno fatto i conti. Non rivediamo alcunché. C’è chi parla di rivedere il 2,4 per cento. Ma il 2,4 per cento resta, è quello”.

Aggiornato il 30 ottobre 2018 alle ore 16:29