Alitalia in affanno, stipendi di febbraio in ritardo

Gli stipendi del mese di febbraio ad Alitalia saranno pagati in ritardo: il 2 marzo, escludendo gli anticipi della cassa integrazione guadagni, fino allo scorso mese anticipati dalla gestione commissariale.

La notizia è stata comunicata dal commissario straordinario della compagnia, Giuseppe Leogrande, ai sindacati nel corso dell’incontro che le parti hanno avuto ieri. Nel frattempo il Ministero dello Sviluppo economico ha contattato il Tesoro e quello dei Trasporti per chiedere un incontro urgente sul dossier Alitalia. Il ritardo dei pagamenti è dovuto al fatto che da Bruxelles non è ancora arrivato il via libera ai ristori Covid. Nelle casse della ex compagnia di bandiera i soldi sono quasi finiti e si attende quindi la terza tranche, ossia l’ultima parte dei 350 milioni di euro di ristori legati appunto all’emergenza, e pari a 55 milioni dopo che la compagnia ha fatto la rendicontazione dei danni, spiegano i sindacati.

“Compito del nuovo governo è far capire all’Europa che l’autorizzazione all’erogazione dei ristori per i danni Covid è funzionale al pagamento degli stipendi e dei fornitori della vecchia Alitalia fino alla nascita della nuova compagnia di bandiera il cui iter deve essere accelerato”, affermano il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale per il trasporto aereo, Ivan Viglietti. La Fnta, che comprende i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, sollecita un intervento “immediato” del governo, sottolineando che i 55 milioni di ristori “non saranno risolutivi” per il sostentamento della compagnia. A rendere la situazione più complicata è anche il ritardo delle integrazioni salariali a carico del Fondo di Settore - Inps.

Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti ed Ugl Trasporto Aereo denunciano il fatto che “in maniera assolutamente unilaterale”, l’Istituto di Previdenza “non ha ancora dato corso” alle erogazioni già deliberate delle integrazioni del Fsta, Fondo di Solidarietà Trasporto Aereo che integra fino all’80 per cento della retribuzione, per la Cigs Alitalia di novembre 2020, e mesi successivi, “a causa di approfondimenti interni circa il periodo di riferimento sul quale si calcola l’integrazione delle retribuzioni”.

Per le organizzazioni sindacali “questa decisione rischia di generare ritardi pesantissimi nell’erogazione delle integrazioni alle lavoratrici ed ai lavoratori” e così per l’1 marzo è stata indetta una manifestazione sotto gli uffici Inps di Roma. “Rappresenteremo con forza al governo, al Ministero del Lavoro e all’Inps la gravità della situazione che è ormai insostenibile per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie”, affermano le sigle sindacali, sollecitando “l’apertura immediata di un tavolo di confronto che possa trovare soluzioni concrete e garantire la continuità dei pagamenti”. Infatti “non è ammissibile lasciare le oltre undicimila famiglie senza reddito per un mero cavillo burocratico”, denunciano i sindacati.

Aggiornato il 24 febbraio 2021 alle ore 12:49