“Green Generation”: prospettive tra Italia e Marocco

Nel corso degli ultimi anni, l’economia marocchina ha registrato una buona performance, con tassi di crescita sopra il 3 per cento, ed una ordinata gestione delle fondamentali variabili economiche. Il Regno nordafricano è sempre più allettante per le imprese italiane e dell’intero Mediterraneo, mentre la strategia “Green Generation 2020-2030” ha riscritto in termini di sostenibilità, innovazione, cooperazione e food diplomacy la politica estera del Marocco. Tutti questi elementi di analisi sono stati al centro dell’evento online organizzato da Euromed international trade al quale hanno partecipato autorevoli organizzazioni pubbliche e private quali l’Agence marocaine de développement des investissements et des exportations, con Zouhair Triqui, Anima investment network, con Aurélien Baudoin, l’Associazione Legami”, con Abdessamad El Jaouzi, Unci agroalimentare, con l’intervento di Gennaro Scognamiglio, e Caterina Passariello per l’analisi tecnica di Euromed international trade. I saluti introduttivi sono stati curati dall’Ambasciata del Regno del Marocco in Italia che ha evidenziato le opportunità attuali per le imprese agroalimentari e agri-tech nel Regno.

Il piano “Green Generation 2020-2030” è stato lanciato nel mese corso dell’ultimo anno e mira a creare circa 350mila posti di lavoro nel settore agricolo, della pesca e degli altri ambiti correlati, destinati soprattutto per i più giovani, oltre ad aumentare le esportazioni agricole a 6,4 miliardi di dollari e il prodotto interno lordo (Pil) agricolo a 26,5 miliardi di dollari entro il 2030. Una strategia confermata anche a livello istituzionale che ha l’obiettivo di stimolare investimenti nel settore agricolo e si basa “l’elemento giovanile e lo sviluppo agricolo”. I finanziamenti già attivati dal governo marocchino e integrati con i fondi europei sono stati indirizzati a diversi attori dell’industria agricola e alimentare, dalle cooperative alle piccole e medie imprese fino alle aziende più grandi. Un progetto con un obiettivo principale, ovvero, aumentare il tasso di occupazione della popolazione, andando così a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.

La nuova visione prevede il consolidamento dei settori agricoli, al fine di aumentare le esportazioni e il Pil agricolo per raggiungere da 20 a 25 miliardi di dollari entro il 2030, migliorando i processi di distribuzione dei prodotti attraverso la modernizzazione di dodici mercati all’ingrosso e quelli tradizionali. Per quanto riguarda la nuova strategia per il settore idrico e forestale, la cui area è stimata in nove milioni di ettari, si punta a rendere le foreste uno spazio per lo sviluppo, garantire la gestione sostenibile delle risorse forestali, adottare un approccio partecipativo che coinvolga gli utenti, rafforzare le capacità produttive delle foreste e preservare la biodiversità.

Prospettive interessanti, evidenziate dai vari relatori che hanno partecipato al dibattito. Investimenti e progettualità importanti che aprono lo scenario alle imprese italiane per la costruzione di opere marittime, l’ammodernamento del sistema di irrigazione agricola, la distribuzione dell’acqua e nuove iniziative per incentivare l’export. Il tutto per mira a migliorare l’accesso idrico, la diversificazione energetica, intensificare e migliorare la produzione agricola e aumentare i redditi degli agricoltori.

Aggiornato il 20 aprile 2021 alle ore 13:07