Come sta cambiando il ruolo del consulente finanziario

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, è fondamentale sapersi adattare e cambiare velocemente le proprie abitudini. Solo chi saprà assumere questo approccio sarà alla fine vincente e raggiungerà il propri obiettivi. La parola chiave oggi per avere successo professionale è “resilienza”. Il termine resilienza, in fisica ed in ingegneria, è riferito a tutti quei materiali che hanno la capacità di resistere ad un urto, adattarsi e ritornare nella forma iniziale assorbendo e sfruttando l’energia rilasciata dopo la deformazione. Sul piano professionale, avere capacità di resilienza vuol dire essere in grado di adattarsi al cambiamento, non farsi scoraggiare dalle novità e cercare di trarre un insegnamento da tutto (persino dai fallimenti).

Anche il ruolo del consulente finanziario sta cambiando velocemente perché le logiche finanziarie e la globalizzazione dei mercati continuano a modificare costantemente gli equilibri economici mondiali e di conseguenza occorre allargare le proprie competenze e studiare nuove strategie. Epidemie di larga scala, guerre, crescite inflazionistiche ci hanno insegnato, ancora una volta, che i mercati sono particolarmente volatili e il consulente finanziario deve essere capace di gestire l’emotività dei clienti e trovare nuove strategie vincenti a tutela del loro patrimonio. Ed è quindi nell’individuazione delle strategie vincenti che si posizionerà nei prossimi dieci anni il lavoro delle principali società di investimento e di conseguenza dei consulenti finanziari.

La relazione è da sempre e rimarrà sempre un fattore chiave nella professione del consulente finanziario ma occorre, oggi più che mai, essere in grado di fornire un servizio più efficiente basato su prodotti innovativi. Per raggiungere l’obiettivo le maggiori società di gestione del risparmio si stanno attivando in quattro principali direzioni:

1) Evidenziare il ruolo sociale della consulenza finanziaria indiscutibilmente superiore a quello di un sistema bancario ormai in una crisi irreversibile.

2) Reclutamento e formazione di giovani risorse per risolvere il problema del passaggio generazionale (nell’ultimo ventennio l’età media dei consulente finanziario è passata da 40 a 52 anni).

3) Individuazione di nuove tecnologie e creazione di nuovi prodotti per supportare da una parte le Piccole e medie imprese (Pmi) del territorio italiano e dall’altro offrire ai risparmiatori nuove opportunità di investimento maggiormente remunerative.

4) Rappresentare una valida alternativa al settore bancario tradizionale di cui conosciamo ormai lacune e debolezze.

(*) Financial partner Azimut

Aggiornato il 23 marzo 2022 alle ore 10:57