Continuità Fininvest nel dopo Berlusconi

Con un caloroso omaggio al fondatore Silvio Berlusconi, l’Assemblea degli azionisti di Fininvest ha approvato i conti dell’esercizio 2022. Le aziende del maggior gruppo televisivo italiano hanno saputo ottenere buoni risultati pur in un contesto macroeconomico gravato da pesanti incertezze. La presidente della holding Marina Berlusconi e l’amministratore delegato Danilo Pellegrino hanno potuto comunicare un utile di 200,2 milioni di euro che consentirà la distribuzione di un dividendo da 100 milioni a fronte dei 360,2 milioni dell’anno precedente che era stato contrassegnato da componenti positive non ricorrenti (andamento dei mercati finanziari, plusvalenza dalla cessione di Towertel da parte di Ei Towers, l’azienda delle torri di ripetizione delle frequenze. I ricavi consolidati sono stati pari a 3,8 miliardi di euro che hanno permesso a tutte le società di mantenere la propria leadership nei rispettivi mercati di riferimento, mantenendo solida e invariata la strategia di lungo periodo. Nel salone della sede di via Paleocapa di Milano ci sono stati molti momenti di emozione e non sono mancati gli amici di Silvio di sempre Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. A rappresentare il 61,2 per cento del Cavaliere è stato l’uomo di fiducia di una vita, il ragionier Giuseppe Spinelli che si appresta a lasciare l’incarico tra un anno, quando si terrà la nuova assemblea per eleggere il nuovo Cda, sostituendo anche l’avvocato Niccolò Ghedini scomparso un anno fa.

Una transazione ordinata anche per l’attesa della lettura del testamento in cui, stando alle indiscrezioni, non mancherà un sostanzioso riconoscimento a Marta Fascina che ha assistito Silvio Berlusconi fino all’ultimo momento al San Raffaele. Tutti e cinque i figli del Cavaliere si sono riuniti per approvare i conti della Fininvest che si trova a capo dell’impero che va da Mediaset a Mondadori, dal 30 per cento della Banca Mediolanum al patrimonio immobiliare, il Teatro Manzoni di Milano, la società di calcio Monza. Nonostante la flessione le somme da gestire sono importanti. Lo scorso anno la Finanziaria ha incassato 58 milioni di dividendi da MediaForEurope (la società europea con sede legale in Olanda di cui ha il 50 per cento), 132 da Mediolanum (per il 30 per cento), 12 milioni da Mondadori (di cui ha il 53,3 per cento) per un totale di 202 milioni ai quali Fininvest dovrà sottrarre i costi di struttura e compensare le perdite da altre partecipate. All’insegna della continuità Marina Berlusconi continuerà a guidare la cassaforte di famiglia oltre a essere presidente della casa editrice Mondadori, Pier Silvio continuerà a essere il leader di Mediaset e gli altri figli Barbara, Eleonora e Luigi entreranno nel board oltre a possedere la holding H14. Fininvest resta, comunque, il centro dell’impero dall’alto dei circa 4 miliardi di fatturato (ma per Forbes il patrimonio vale circa 6,8 miliardi di euro) e più di 15mila dipendenti.

L’imprenditore Berlusconi lascia un segno profondo nel mondo delle costruzioni prima (acquistò nel 1968 un’area di 700 metri quadrati a Segrate, dove nacque Milano 2) e della televisione dopo (Fininvest nacque nel 1975 nello studio dell’avvocato romano Cesare Previti), un impero costruito in circa 60 anni, da quando ebbe un prestito da una piccola banca come la Rasini fino allo sbarco in Olanda dove i conti 2022 di Mfe sono stati chiusi con un utile netto di 216, 9 milioni di euro, anche se leggermente in calo dopo il Covid. Berlusconi padre fu tentato anche di vendere il gruppo al suo “amico” australiano Rupert Murdoch, ma sulla vendita Marina e Pier Silvio che dissero no. E furono i due figli maggiori a opporsi al bretone Vincent Bolloré di Vivendi quando scoppiò il caso della tivù play Premium e il tentativo di scalata, respinta con un accordo extragiudiziale, come avvenne nel 1989 per la guerra di Segrate, con Carlo De Benedetti.

Aggiornato il 03 luglio 2023 alle ore 11:01