Nuova era per il gruppo editoriale di Cologno Monzese, sulla base delle volontà di Silvio Berlusconi, fissate nei tre testamenti olografi. A tre mesi dalla morte del fondatore l’assetto di Fininvest e delle altre proprietà, compresa la Banca Mediolanum, rispecchia la personalità dell’imprenditore, particolarmente attivo nel settore televisivo che con la trasmissione in diretta del “Mundialito” interruppe il monopolio Rai in campo sportivo.

Il patrimonio, valutato in circa 6 miliardi di euro (1,58 a Marina, 1,58 a Pier Silvio, un miliardo ciascuno a Barbara, Eleonora e Luigi), è stato distribuito soltanto alla cerchia dei familiari più stretti. In aggiunta un legato di 100 milioni per la compagna Marta Fascina, al fratello Paolo e 30 milioni all’amico Marcello Dell’Utri. Niente alle due ex mogli che erano state liquidate al momento del divorzio e a Forza Italia che aveva fondato nel 1994 quando era sceso in campo in politica.

La Fininvest è la holding di uno dei maggiori gruppi di comunicazione a livello internazionale. Il 52 per cento è andato a Marina e Pier Silvio e l’altro 48 per cento agli altri tre figli avuti da Veronica Lario. La Fininvest dei Berlusconi è leader nel settore della televisione commerciale (prima tv non a pagamento), della radio, del cinema con Mediaset, del settore libraio con Mondadori. Controlla anche la società di calcio Monza (con l’amico di famiglia Adriano Galliani) dopo 31 anni di gestione del Milan.

La nuova Fininvest può proiettarsi nei prossimi 5 anni (in questo periodo nessuno degli eredi potrà vendere le sue quote) verso l’Europa dopo aver spostato ad Amsterdam la sede legale, confermando quella operativa a Cologno Monzese.

È quotata in Borsa con il 48,6 per cento, il 18,5 per cento della fiduciaria Simon e il 4 per cento del gruppo francese Vivendi di Vincent Bolloré. L’ultimo bilancio dell’era Berlusconi-padre relativo al 2022 è stato approvato a giugno con utili per 200,2 milioni, dando via libera a 100 milioni di dividendo.

Il bilancio del 2022 ha confermato che tutte le società partecipate da Fininvest hanno conservato la loro leadership. Per effetto dell’accettazione delle volontà testamentarie “i cinque fratelli assumono, congiuntamente, il controllo indiretto su Fininvest, assicurandone la stabilità e la continuità”.

Chiusa una complessa partita con tutte le proprietà inclusa la Dolcedrago che possiede le ville di Arcore e Certosa in Sardegna in regime di comunione di beni tra fratelli sulla base del 52 per cento per Marina e Pier Silvio e il 48 per cento per gli altri tre si parte “in armonia” verso i nuovi lidi europei con qualche tensione tra Mfe-Mediaset e la tedesca Prosiebensat (Pro 7) di cui la holding italo-olandese è, con il 29,7 per cento dei diritti di voto, il primo azionista.

C’è di mezzo Sky Deutschland, la televisione satellitare commerciale del magnate australiano Rupert Murdoch, che sul finire degli anni Novanta fece a Silvio Berlusconi tre offerte di acquisto, respinte per il netto rifiuto di Marina, protagonista poi anche nella battaglia sostenuta dal fratello Pier Silvio con l’imprenditore bretone Bolloré, proprietario del gruppo Vivendi sulla vicenda del contratto Premium.

Calcolare il patrimonio dei cinque figli di Silvio Berlusconi non è semplice. Vanno aggiunte le proprietà immobiliari, da quelle in Costa Azzurra per Marina e il marito Maurizio Vanadia a quelle di Pagano a due passi dal centro di Milano per Barbara, da quelle di Arcore e Portofino per Pier Silvio ai grandi appartamenti di Eleonora presso la Basilica di San Nazaro e di Luigi a tre minuti a piedi dal Cenacolo di Leonardo da Vinci e l’ex villa Borletti.

Aggiornato il 14 settembre 2023 alle ore 15:15