Bonomi preoccupato da spread e spesa pubblica

Carlo Bonomi non nasconde l’inquietudine. Il presidente di Confindustria, visto il maxi debito pubblico, ammette di essere molto preoccupato dallo spread. “Ho visto che il ministro Giorgetti ha detto che il solo aumento del differenziale quest’anno brucerà 15 miliardi. È una manovra finanziaria. Io credo – dice Bonomi in un’intervista a Repubblica – che sia stata sbagliata la strada che ha preso la Bce. La sola strada dell’aumento dei tassi per combattere un’inflazione importata non serve. Anzi, il rischio è la recessione. Bisognava equilibrare l’aumento dei tassi, come avvenuto negli Stati Uniti, con altri stimoli. Sarebbe anche importante escludere determinati investimenti dal Patto di stabilità. Da noi gli investimenti sono crollati dal 3,5 per cento del primo trimestre 2021 allo 0,8 per cento degli ultimi trimestri” aggiunge. In Italia “bisogna rivedere seriamente la spesa corrente – spiega – sono oltre 1.100 miliardi all’anno: da qualche parte si potrà risparmiare? Francamente i due miliardi di tagli previsti sono pochi”.

In generale, “c’è un rallentamento del commercio mondiale. Però, certo, la Germania sta rallentando in maniera consistente. Ed è il nostro primo partner commerciale, nel 2022 gli scambi hanno raggiunto i 168 miliardi di euro. Noi siamo un’economia di trasformazione, basata sulle esportazioni, e in presenza di una domanda interna asfittica, la Germania ci ha sempre garantito un buon andamento dell’economia. Insomma, non possiamo mai gioire se i tedeschi vanno male”. Secondo Bonomi c’è uno “smarrimento della politica europea e mi sembra che dopo il periodo pandemico l’Europa abbia perso quello spirito cooperativo. E siamo dinanzi a grandi trasformazioni, a enormi sfide”. In Europa, “bisogna creare fondi comuni. Se la sostenibilità ambientale è un bene comune europeo bisogna che tutti i Paesi investano con le stesse possibilità altrimenti spacchiamo il mercato unico”.

Frattanto, le associazioni degli industriali di Italia, Germania e Francia (Confindustria, Bdi e Medef) hanno firmato a Berlino una “dichiarazione congiunta” in cui chiedono a Commissione Ue e rispettivi governi nazionali di “rafforzare la competitività e l’unità dell’Europa” compiendo “più ampi sforzi” fra l’altro nel perseguire “una maggiore autonomia strategica”, finanziare la “transizione verde” e creare “un quadro normativo favorevole alle imprese”. E’ quanto emerge dal testo del documento.

Le firme sono state apposte ieri dai presidenti delle tre associazioni – Carlo Bonomi per Confindustria, Siegfried Russwurm (Bdi) e Patrick Martin (Medef) – al termine della prima delle due giornate del quinto “Business Forum Trilaterale”, il principale meccanismo di raccordo tra le industrie dei Italia, Germania e Francia, i pesi massimi economici dell’Ue. La cerimonia delle firme si è svolta alla presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ed è stata ospitata presso l’ambasciata d’Italia a Berlino dall’ambasciatore Armando Varricchio. La dichiarazione si articola in tre punti, con richieste di “rafforzare” sia “la sicurezza economica dell’Europa”, sia “la politica industriale per una maggiore autonomia strategica e sicurezza economica” e “migliorare la competitività attraverso un quadro normativo favorevole alle imprese”. Circa a la politica industriale, le tre organizzazioni chiedono di “decarbonizzare l’industria europea e fornire soluzioni per una transizione verde di successo”, “affrontare la sfida competitiva della tecnologia e dell’innovazione”, “rafforzare l’industria europea della difesa” e “promuovere il commercio internazionale”.

Aggiornato il 29 settembre 2023 alle ore 16:35