La settimana di Confedilizia (Podcast)

n. 12/2024 del 23 marzo 2024

Ancora un ben ritrovati e i saluti più cordiali ai nostri ascoltatori.  In evidenza innanzi tutto sulla stampa i dati dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa, che ha rilevato che, per le famiglie con un mutuo a tasso variabile, gli aumenti generati dall’incremento del costo del denaro, in meno di due anni, sono stati compresi tra il 35 per cento e il 119 per cento della rata mensile. Per il futuro è ipotizzata una traiettoria conservativa dei tassi futuri. Non ci saranno, cioè, cali drastici e immediati. E ciò in linea con le aspettative degli esperti, secondo i quali è probabile che i tagli dei tassi di interesse della Banca centrale europea inizieranno con il prossimo mese di giugno e saranno contenuti in probabilmente solo in un quarto di punto. Altri sono previsti entro la fine dell’anno.

Ancora per il medesimo osservatorio, il caro mutui e le connesse difficoltà di accesso al mercato della proprietà hanno spostato una quota rilevante di domanda verso il segmento della locazione, con riflessi immediati anche sui canoni di affitto.

Proprio il mercato delle locazioni è stato poi oggetto dell’altra indagine, pure ripresa dai giornali, dell’osservatorio affitti 2023, condotto da Nomisma per conto di Crif. Essa ha rilevato che, a fronte di una domanda elevata, si riscontra una significativa discrepanza tra offerta disponibile e domanda effettiva. In particolare, lo scenario in Italia mostra che il 57 per cento delle abitazioni è di proprietà ed è utilizzato come prima abitazione, il 10 per cento delle case sono destinate alla locazione e l’11 per cento è a disposizione, ovvero non è né locato né utilizzato come prima abitazione. Le cause si possono rinvenire nelle scelte urbanistiche delle amministrazioni pubbliche e nella legislazione vincolistica, cui si aggiungono la tassazione elevata sugli immobili e la non facile risoluzione delle vertenze che li riguardano. Tutte cose che hanno reso non appetibili gli investimenti nel settore e scoraggiato sia la produzione di nuova offerta sia quella di affitti di lunga durata.

Gli organi di stampa hanno pure riportato che, secondo il consueto indice Istat, nel quarto trimestre 2023 il prezzo delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ma è aumentato dell’1,8 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2022. La crescita tendenziale dell’indice del prezzo delle abitazioni si deve soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove e in misura più contenuta a quelli delle esistenti che registrano solo un lieve aumento. Tali andamenti si sono riscontrati in un contesto di rallentamento dei volumi di compravendita.

In rilievo, infine, ancora la direttiva Ue “Case green”, contro la quale la Confedilizia si è battuta fin dal 2021. La “battaglia” ha portato i frutti che ha potuto portare, visti gli equilibri esistenti in sede europea. Frutti tutt’altro che disprezzabili, ma evidentemente lontani dall’ideale. In merito, Isabella Tovaglieri, europarlamentare e relatrice ombra del provvedimento, ha sottolineato: “Nonostante alcuni miglioramenti, l’impianto della direttiva rimane altamente problematico”. Nella stessa, inoltre, “non è stato previsto alcuno specifico capitolo di spesa, ma solo generici riferimenti ad alcuni fondi (Pnrr, Fondi di coesione, Fondo sociale per il clima), assolutamente insufficienti e in buona parte vincolati”.

La conclusione del podcast è affidata al commento di Giovanni Gagliani Caputo, responsabile relazioni istituzionali e rapporti esterni di Confedilizia: “Correva l’anno 2002 quando la Commissione europea varava la prima proposta di direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia. Se il buongiorno si vede dal mattino, si capì subito che iniziava una giornata molto buia. Numerose disposizioni contenute nella proposta intervenivano pesantemente sulle proprietà degli europei, sia sugli edifici sia sulle singole abitazioni. Al punto tale che tutte le organizzazioni rappresentative della proprietà, aderenti all’Unione internazionale della proprietà immobiliare – Confedilizia per l’Italia – insorsero e intrapresero una lunga battaglia contro il provvedimento. Era solo l’inizio. Venendo ai nostri giorni, chi segue questo podcast è bene informato sull’ultima proposta di rifusione della citata direttiva e delle derive ideologiche contenute nel testo iniziale.  Il 12 marzo scorso l’assemblea plenaria di Strasburgo, dopo due anni di negoziazioni, ha approvato il testo definitivo del provvedimento nel quale sono state eliminate le minacce più rilevanti: obblighi generalizzati per tutti gli edifici, classi energetiche da raggiungere in tempi ridottissimi. Ma non finisce qui, lo scontro prosegue. Ora si attende fiduciosi la prossima legislatura europea, con l’auspicio che vengano ammainate definitivamente le istanze, irragionevoli e irrealizzabili, dell’ecologismo radicale, per dare asilo a politiche misurate volte a modificare quanto di negativo ancora è presente nel testo della direttiva, per giungere alla riduzione delle emissioni di Co2 con realismo e pragmatismo e rendere la direttiva più ecologica e meno ideologica”.

(*) Il podcast è cura di Sandro Scoppa, conduce Annarita Palaia

Aggiornato il 25 marzo 2024 alle ore 10:46