Il pensiero unico   dei talk di sinistra

È indubbio che l’approfondimento politico che si fa attualmente in televisione nasce e si sviluppa a partire dagli anni tumultuosi che portarono al collasso della cosiddetta Prima Repubblica. È in questo periodo che comincia a farsi strada la pratica molto mediatica di coinvolgere in estesi dibattiti, uscendo dalla logica delle vecchie e paludate tribune politiche targate Rai, un vasto numero di rappresentanti del popolo, anche di seconda e terza schiera, di sindacalisti, di opinionisti, più o meno organici ai partiti, di esperti a tutto tondo e di semplici cittadini chiamati a dare giudizi o a esporre particolari problematiche.

In alcuni casi, come nei “pollai” messi in piedi dal compianto Funari o in quelli odierni di Paragone e Del Debbio – tanto per citarne solo alcuni – il caos dialettico e la confusione mentale rappresentavano e rappresentano l’unico risultato tangibile di simili programmi. Confusione mentale che, tuttavia, pure in molti altri prodotti di approfondimento politico meno caotici, come il mattiniero “Coffee Break” condotto da Tiziana Panella (nella foto), viene a mio avviso ingenerata nei pazienti e ingenui telespettatori che sono alla ricerca di risposte adeguate ai loro quesiti politici.

In particolare, questo oramai tradizionale talk de La7, tradendo in modo piuttosto evidente le inclinazioni della sua attraente conduttrice, finge di approfondire a 360 gradi qualunque tematica politica, ma nella sostanza costituisce forse il più fulgido esempio di propaganda televisiva di stampo costruttivista, intendendo con questo termine coniato da Hayek la nefasta e illiberale propensione a ritenere che qualunque aspetto del vivere debba discendere da un atto deliberato della sfera politica. Tanto è vero che la stessa signora Panella raggiunge l’apoteosi della sua filosofia politicista quando, collegandosi a giorni alterni con qualcuno dei tanti gruppi di salariati sindacalmente organizzati in agitazione di questo disgraziato Paese, chiama alla sbarra gruppetti di professionisti dei partiti a fornire spiegazioni e a dare ricette per realizzare l’eterna felicità dei cittadini che li votano. E quando ciò non accade, come nel caso di un poveraccio del partitino di Alfano di cui mi sfugge il nome – il quale si è recentemente permesso di spiegare in diretta che nessun Governo può creare direttamente posti di lavoro – il volto della conduttrice di “Coffee Break” si trasfigura, esprimendo tutto il suo disgusto di indignata speciale per un signore che si rifiuta di accettare il dogma costruttivista secondo cui la politica crea prima il mondo e poi risolve ogni problema dei cittadini, dalla culla alla tomba.

Incurante del fatto che, volenti o nolenti, buona parte dei Paesi avanzati hanno iniziato da tempo a seguire le orme del tanto odiato – soprattutto dai compagnucci radical alla Panella – Ronald Reagan, riducendo sensibilmente l’intervento della mano pubblica soprattutto in economia, la nostra ogni mattina struttura il suo programma alla ricerca di risposte, sotto forma di interventi diretti, alle domande dei cittadini sovrani. E l’apoteosi del costruttivismo, marxisteggiante e un po’ naif, “Coffee Break” lo raggiunge con un tale Ivo Mej, coautore del programma, il quale viene sguinzagliato davanti al Parlamento a porre ai vari eletti che riesce a intervistare sempre lo stesso, stupidissimo quesito: “Vorremmo sapere cosa sta facendo per noi – cittadini – in qualità di parlamentare”. Da questo punto di vista, mi permetto di segnalare al signor Mej e alla signora Panella che pure in Emilia Romagna, patria del collettivismo all’italiana, un grande numero di elettori si stanno accorgendo che forse è la stessa politica che voi invocate, assieme ad altre grancasse mediatiche, il problema dei problemi.

Certamente esiste un diverso approccio alla comprensione dei grandi nodi del sistema che non passi per una surrettizia riproposizione della catastrofica economia di piano di sovietica memoria, che tanto a cuore sta a troppi professionisti della nostrana disinformazione.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:28