Renzi: traghettatore  verso... l’inferno

La grottesca intenzione di candidare Roma per le Olimpiadi del 2024 conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che siamo governati da un personaggio spregiudicato il quale, anziché affrontare i gravi nodi sistemici che stanno facendo naufragare il Paese, rilancia continuamente la posta.

Con una tambureggiante sequenza di nuovi obiettivi da raggiungere, in gran parte irrilevanti sul medesimo piano sistemico, il Premier Matteo Renzi cerca di mantenere il consenso finora conquistato dando l’idea di muoversi con grande energia e determinazione. Tuttavia, chiunque abbia un minimo di sale in zucca dovrebbe iniziare a comprendere che non è certamente con l’ostentato ottimismo della ragione e con l’autocompiacimento nazionale che possiamo pensare di uscire dai guai.

Da questo punto di vista il “siamoun Paese da medaglia d’oro”, pronunciato dal Presidente del Consiglio di fronte ai burocrati del Coni, rappresenta l’ennesima, ridicola invocazione di un ragazzotto di belle speranze il quale, invece di cercare di cambiare seriamente le cose, si limita a scaldare le anime.

Tuttavia, sebbene egli dimostri di usare con grande maestria le armi cosiddette di distrazione di massa, prima o poi dovrà fare i conti con la dura realtà. Dura realtà che già all’inizio della primavera, con l’annunciata verifica europea sui nostri disastrati conti pubblici, si materializzerà in tutta la sua sinistra prospettiva. A quel punto il mondo circostante, mercati finanziari in testa, si accorgerà che dopo oltre un anno di annunci e chiacchiere l’Italia renziana continua a vivere ben sopra le proprie possibilità economiche, senza aver minimamente intaccato i tre fattori che ci stanno spingendo nel baratro: eccesso di spesa corrente, di indebitamento e di tassazione. In quel preciso momento è assai probabile che molti attuali sostenitori del cantastorie fiorentino, richiamati all’ordine dall’inesorabile contabilità dei fatti, percepiranno la vera destinazione in cui le surreali promesse del Premier ci stanno conducendo.

Assumendo in modo evidente le sembianze di un novello Caronte, il grande affabulatore toscano, sempre pronto a lastricare il suo sfolgorante cammino politico di buone intenzioni, traghetterà il Paese di Pulcinella verso la sua naturale destinazione: l’inferno del sottosviluppo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:22