Le “patate spaziali” di Corrado Passera

Nell’imminenza delle festività natalizie, il Paese sta per archiviare un altro anno di crisi profonda. Crisi morale, sociale, economica e finanziaria alla quale l’attuale quadro politico, specchio fedele del Paese, non sembra assolutamente in grado di dare alcuna riposta concreta. Anzi mi sembra di poter dire, con scarso timore di essere smentito dai fatti, che sul piano delle opzioni sul tappeto ci troviamo di fronte ad un vuoto pneumatico a dir poco desolante. Una sorta di surreale confronto tra la maggioranza renziana e le tante anime dell’opposizione condotto a colpi di balle spaziali, per così dire.

E nonostante che in alcuni individui dotati di sufficiente spirito critico prevalga il pragmatismo di volersi comunque schierare, turandosi il naso alla vecchia maniera, personalmente tra l’insensato ottimismo della ragione ossessivamente sbandierato dal premier Matteo Renzi e le deliranti piattaforme messe in campo dai suoi avversari, interni ed esterni al Partito Democratico, non ravvedo alcun elemento che possa convincere un qualunque individuo sano di mente ad offrire il proprio sostegno, aderendo ad un progetto di cambiamento che francamente non esiste in alcun angolo recondito della nostra fallimentare politica.

Da questo punto di vista neppure la “new entry” dell’italico teatrino democratico, Corrado Passera con la sua Italia Unica, si differenzia in modo sostanziale rispetto alla dominante egemonia dei venditori di fumo e di illusioni a buon mercato. Ospite di recente nei vari pollai televisivi che si occupano di chiacchiericcio politicante, l’ex ministro del Governo Monti si è perfettamente allineato alla linea metafisica dei suoi più, elettoralmente parlando, consistenti avversari, tirando fuori dal suo cilindro alcune proposte salvifiche del tutto campate per aria. Tra queste citiamo una vera e propria inondazione shock di 400 miliardi di liquidità onde rimettere in moto l’economia del Paese. Una cifra colossale che, bontà sua, darebbe allo Stato la possibilità di onorare immediatamente lo stock di circa 100 miliardi di debiti vantati dalle imprese private, così da averne oltre 20 di ritorno in termini di Iva versata.

Ora, prendendo atto che nemmeno il civile Passera si fa scrupoli nel saccheggiare un keynesismo di maniera sempre più logoro, promettendo l’ennesima partita di giro eseguita coi soldi degli altri, la sua montagna di quattrini da investire nello sviluppo dell’Italia mi fa venire in mente il tema di una famosa barzelletta sovietica, molto di moda durante i tragici piani quinquennali di staliniana memoria. Interpellato da un ispettore governativo circa la produzione di patate - nei fatti vicina allo zero - della sua azienda collettiva, il direttore di un kolchoz rispose che ne avevano prodotte così tante che, accatastando i sacchi uno sopra l’altro, si sarebbe potuto salire così in alto da raggiungere il Padreterno. Ma l’ispettore, stizzito, fece presente a costui che l’ultimo congresso del partito aveva decretato categoricamente l’inesistenza di Dio. “Allo stesso modo delle patate, caro compagno”, replicò il loquace direttore.

Ebbene i 400 miliardi di Passera non sono molto diversi dai tuberi della storiella. Esistono solo nella fantasia di tanti politici da operetta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23