Il buonista Fabio Fazio: “Torquemada fiscale”

Domenica scorsa il Premier Matteo Renzi, proseguendo il suo infinito giro delle sette chiese televisive, è stato ospite di quel buonista a buon mercato di Fabio Fazio.

Ovviamente, per chi non avesse ancora compreso quale sia la linea del sommo illusionista di Palazzo Chigi, il giovane timoniere ha fatto per l’ennesima volta esercizio, a mio avviso del tutto fuori luogo considerando le drammatiche condizioni del Paese, di ottimismo, ricordando a tutti gli italiani che siamo una grande nazione dalle sorti certe e progressive. Una grande nazione che, tuttavia, continua ad indebitarsi, a perdere valore nella produzione industriale e veder crescere la gabbia di ferro di una pressione fiscale a dir poco feroce.

A questo proposito, a beneficio di un Presidente del Consiglio un po’ distratto, mi permetto sommessamente di segnalare che, con un emendamento della maggioranza approvato nella Legge di stabilità, è stata estesa l’Imu a tutti i beni strumentali delle aziende, compresi quelli trasportabili. Ma questo conta poco per chi si riempie la bocca con i vaneggiamenti di un epocale taglio delle tasse che esiste solo negli annunci del Premier. Tant’è vero che nelle stesse previsioni del Governo, messe nere su bianco nel Documento di programmazione economia e finanziaria, non è prevista nei prossimi anni alcuna riduzione della stratosferica pressione fiscale. E, si badi bene, tali previsioni sono state fatte al ribasso, senza considerare i recenti inasprimenti d’imposta realizzati a raffica dai prestigiatori al potere e senza i quasi inevitabili aumenti dell’Iva e delle accise previsti con le feroci clausole di salvaguardia decise dallo stesso Esecutivo.

La verità è che, con un sistema giunto quasi al collasso, Renzi pur di non perdere un grammo di popolarità andando a ridurre i costi insostenibili della spesa pubblica ha deciso di galleggiare fino alle prossime elezioni, affidando le sue sorti politiche alla comunicazione. Da questo punto di vista sa di poter almeno contare sulla compiacenza di personaggi sinistri come il citato Fazio il quale, nel corso della stessa intervista, ha dato prova di sgradevole servilismo politico proprio sul tema fiscale, indossando i panni di uno spietato Torquemada. Esortando il Premier ad inasprire le pene per i cosiddetti evasori, messi a suo avviso sullo stesso piano di chi rapina una banca a mano armata – “in fondo gli evasori rubano a tutta la collettività”, ha testualmente dichiarato codesto fariseo profumatamente pagato col canone Rai – il conduttore di “Che tempo che fa” ha lanciato un formidabile assist al Premier, onde giustificare i prossimi inasprimenti tributari, utilizzando in modo vergognoso la vecchia arma di distrazione di massa della caccia all’untore/evasore.

Sarebbe però il caso che il Fazio in versione lustrascarpe di Renzi lo andasse a spiegare di persona alle centinaia di migliaia di imprenditori, costretti a chiudere a causa di una tassazione insostenibile, che occorrerebbe sbattere in cella chi non paga le imposte fino all’ultimo centesimo gettando via la chiave. A occhio penso che la risposta di costoro non sarebbe molto educata.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:25