Renzi e i “rottamatori” del governo dei farisei

Come diceva un vecchio saggio, ogni popolo ha il governo che si merita. E quando predominano i farisei della buona e onesta amministrazione, c’è sempre un Renzi di turno pronto a cacciare un Lupi sacrificale. Pensate un po’ che scandalo: si è scoperto che l’oramai ex ministro delle Infrastrutture avrebbe raccomandato il figliolo per un incarico lavorativo, ricevendo per soprammercato un abito sartoriale e un orologio Rolex per il proprio pargolo.

Di fronte a ciò, in un Paese di Pulcinella nel quale il fenomeno delle raccomandazioni non è mai esistito e men che meno i regalini tra chi gestisce i quattrini altrui, il grande illusionista di Palazzo Chigi e i suoi integerrimi rottamatori sono letteralmente caduti dal pero. Occorreva dare ai cittadini-elettori, soprattutto quelli che sono inclini a farsi tentare dal modello grillino di una Repubblica governata dai puri e dagli onesti, un segnale forte e chiaro, costringendo l’unica mela marcia dell’esecutivo in carica, Maurizio Lupi, a dimettersi, sebbene quest’ultimo non fosse neppure indagato. E così, un uomo che è arrivato nella stanza dei bottoni in sella ad una bicicletta e ne è uscito con un costoso elicottero, sembra aver salvato la faccia del cambiamento, a spese di un partitino né carne e né pesce qual è il Nuovo Centrodestra.

D’altro canto, l’intera impalcatura propagandistica renziana si regge su quella che a mio avviso rappresenta un mera mistificazione, ovvero l’idea del cosiddetto governo migliore. Una visione che non mira affatto a ridurre le esorbitanti competenze di un sistema pubblico che spende l’inverosimile ed in cui, proprio per questo, dilaga ogni forma di corruzione, altro che semplici raccomandazioni. Renzi e i suoi, al contrario, propongono un modello che mantenga inalterato il livello dell’intervento pubblico, ma sotto la direzione di una schiatta di amministratori “nuovi” sul piano delle capacità e della pubblica e privata moralità. Da qui la necessità, onde rinnovare l’antica impostura platonica degli onesti al potere, di far ruzzolare politicamente le teste non appena un qualunque scandaletto possa mettere in discussione codesto nuovismo di cartapesta.

E se poi, così come ci ha appena ricordato la Banca Centrale Europea nel suo rapporto mensile, le riforme vere non si fanno e il colossale indebitamento pubblico continua a crescere senza controllo poco importa. È certo che prima o poi falliremo col botto, ma sarà un onesto fallimento gestito da una banda di onesti. Vuoi mettere?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:19