Immigrazione: ecco il piano farlocco Ue

Sembra di essere su “Scherzi a parte”: l’Europa ha un piano per l’immigrazione. O forse no. La signora Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, esulta perché il mondo si accorge che lei c’è. Angelino Alfano esulta, vaneggiando di un’immaginifica caduta del “muro di Dublino”. Che sagoma!

Le anime belle del buonismo esultano per i tanti soldi messi sul capitolo migranti. Ma gli italiani tremano perché dall’Agenda Ue per l’immigrazione emana acre odore di fregatura. La Mogherini la presenta ponendo l’accento sul fatto che il dramma dei migranti non possa riguardare soltanto l’Italia ma debba essere l’intera comunità dei “28” a farsene carico. A riprova “lady Pesc” cita la parte del documento dove si prevede che tutti i paesi membri si facciano carico pro-quota di 20mila profughi richiedenti asilo. Tutti tranne la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca che si sono chiamati fuori facendo sapere per tempo che di profughi non ne prenderanno neppure uno. Ma l’ipotetica massa di 20mila individui che gli stati dovrebbero spartirsi è assolutamente risibile, visto che gli arrivi dall’Africa per quest’anno sono stimati ben oltre quota 200mila.

La Commissione punta al rafforzamento della missione in Niger per bloccare il transito dei migranti in fuga dai loro Paesi. In teoria sarebbe una giusta mossa se non fosse che l’agenda dimentica di prevedere un’analoga iniziativa in Sudan che è l’altro canale africano dell’onda migratoria. Il piano poi prevedrebbe una rigorosa azione di respingimento per i non aventi diritto. E chi la realizza? L’Italia dell’accoglienza tout court che, fingendo solidarietà, sta facendo affari d’oro sulla pelle dei disperati? Per una volta, cerchiamo si essere seri. L’unica nota interessante potrebbe provenire dalla decisione, contenuta nell’agenda europea, di assumere iniziative di contrasto al traffico di esseri umani.

Il punto è che non sono affatto chiare le modalità attraverso le quali si dovrebbe conseguire il risultato di fermare a monte l’operato criminale degli scafisti. La Mogherini fa marcia indietro. Dopo aver annunciato la misura si affretta a dire che non sono previste azioni militari in Libia, ma solo operazioni d’intelligence. Ma come si pensa di fare operare l’intelligence se non la si porta sul campo? Con la forza del pensiero? Il quotidiano britannico “The Guardian” rivela che sarebbero pronti i piani d’attacco per lo sbarco di reparti speciali sul suolo libico. Ma la Mogherini si ostina a negare che l’opzione “boots on the ground” sia nel programma. Chi dice la verità?

Comunque, indipendentemente dall’efficacia dei provvedimenti inseriti nell’agenda, l’Alto rappresentante un pasticcio di sicuro l’ha combinato facendo sapere, urbi et orbi, che l’Europa è pronta a dividersi il carico dei profughi. Così si rischia di accelerare i flussi migratori. I disperati, e i trafficanti, faranno di tutto per aumentare il “servizio” nei prossimi giorni prima che l’Unione attui il blocco navale. Prepariamoci allora ad altri sbarchi incontrollati. E, purtroppo, ad altre morti inutili. Per fare un favore al suo mentore, Matteo Renzi che campa di annunci, la signora Mogherini ha commesso un errore inescusabile dando per scontato qualcosa che scontato non è.

Il già modesto piano della Commissione dovrà essere approvato dal Consiglio dei capi di Stato e di governo dei Paesi Ue, che si terrà nel giugno prossimo. E, vista l’aria che tira, c’è da avere qualche dubbio sul contenuto del documento finale. E, soprattutto, non è detto che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu fornisca all’azione militare quella copertura di legalità internazionale richiesta dalla Ue come condicio-sine-qua-non per fermare i barconi. Con questa Europa debole ed egoista si va di male in peggio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:09