Amministrative e fine dei trasformisti

Parisi a Milano, Marchini o Bertolaso a Roma, Lettieri a Napoli. A dispetto della grande stampa che cerca di trasformare la politica italiana solo in una questione interna del Partito Democratico, con i suoi candidati il centrodestra ha la concreta possibilità di vincere le elezioni amministrative nelle tre principali città italiane.

Certo, la campagna elettorale è ancora da iniziare e può riservare sorprese. Come sempre. Ma il dato indubitabile, confermato dai sondaggi e dalla realtà, è che il fronte dei moderati non è affatto scomparso ma è sempre e comunque in campo e, oltre ad avere buone possibilità di vittoria, si conferma come l’unica alternativa politica possibile e praticabile al centrosinistra renzizzato dal Premier peronista.

Questo dato fa della realtà del Paese fa a pugni con il dato della realtà parlamentare. Alla Camera ed al Senato il centrodestra è lacerato dalle scissioni di Angelino Alfano e Denis Verdini ed è polverizzato dalla transumanza dei trasformisti di ogni genere verso l’area del potere renziano. Se a Roma, Milano e Napoli gli elettori fossero l’espressione dei senatori e dei deputati, l’area dell’opposizione moderata non esisterebbe più. Invece si verifica l’esatto contrario. Al punto che i candidati del centrosinistra sono fin troppo consapevoli che i loro avversari più temibili non sono i candidati del Movimento Cinque Stelle, ma proprio gli antagonisti del centrodestra capaci di tenere unito il proprio schieramento.

Il significato di questa incontestabile circostanza è duplice. Da un lato riguarda la vita politica nazionale. Che dopo le elezioni amministrative non potrà non tornare ad essere segnata dal ritorno di un bipolarismo non imposto dalle alchimie istituzionali o parlamentari, ma dalla volontà sovrana dei cittadini. Dall’altro tira in ballo la classe parlamentare del centrodestra, quella delle scissioni e dei trasformismi, che risulterà fatalmente squalificata e delegittimata. E, soprattutto, destinata ad essere nella quasi totalità rottamata e messa a riposo forzato. Non per volontà di questo o quel leader, ma per scelta diretta del corpo elettorale.

È facile prevedere che i trasformisti, i voltagabbana e gli approfittatori annidiati in Parlamento accelereranno la loro corsa per salire sul carro renziano. Ma per loro le amministrative suoneranno comunque la campanella dell’ultimo giro!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08