Per la Destra Liberale resta Alto Adige

Destra Liberale nasce controcorrente rispetto il progressivo dilagare d’ignoranza. C’è molto da lavorare. Ad esempio, la storia del Risorgimento è in pratica sparita dai programmi scolastici e dalle discipline accademiche, annegata nell’oceano della storia moderna e contemporanea. Con giustificazioni pseudo culturali, e per chiari motivi ideologici, s’è voluta nascondere l’origine liberale dello Stato unitario, e delle istituzioni che lo reggono. Un ignoranza diffusa, nel mondo politico e dell’informazione, copre, per conseguenza, le correnti secessioniste ed antinazionali nella componente germanofona della popolazione del Trentino-Alto Adige. Da quanto scritto e detto da taluni, lo stesso termine “Alto Adige” sarebbe un’invenzione fascista e, perciò, andrebbe rimosso dalla toponomastica. Invece il nome è napoleonico.

Nella Repubblica Cisalpina venne costituito un distretto dell’Alto Adige a sud est di Verona, nel dipartimento del Benaco. Quando, a seguito del Trattato di Parigi tra Impero Francese e Regno di Baviera del 28 febbraio del 1810, buona parte del Trentino e della zona di Bolzano vennero assegnate al Regno d’Italia napoleonico del 1805, fu formato il Dipartimento dell’Alto Adige, con questa designazione, con capoluogo Trento, lingua amministrativa l’Italiano, ma bilinguismo nelle aree germanofone. L’appellativo originò sempre dal fiume Adige, come per il Dipartimento dell’Adige, l’attuale Provincia di Verona. Il nome venne riproposto, in periodo antecedente alla Prima guerra mondiale, dal geografo ed insegnante di lingua italiana di Rovereto Ettore Tolomei, esponente dell’irredentismo, quando fondò, nel 1906, la rivista “Archivio per l’Alto Adige”; e col “Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige”, pubblicato dalla Reale Società Geografica Italiana per volontà del Governo liberale democratico di Giovanni Giolitti. Denominazione riproposta sotto i Governi d’Ivanoe Bonomi e Facta.

Per italica lentezza burocratica, il Regio Decreto col quale tutto divenne ufficiale fu pubblicato nel marzo del 1923, sotto il primo Governo Mussolini, insediatosi da cinque mesi, costituito da una coalizione formata, oltre che da fascisti, con liberali, radicali, social riformisti e popolari. Affermare l’origine fascista del nome Alto Adige è ignoranza crassa, o malafede. La distorsione ideologica è evidente. Tutto quanto sopra non è frutto di ricerche in archivi segreti, ma semplicemente di una rapida consultazione di Wikipedia, la fonte oggi più popolare e consultabile in rete. Invece no, è meglio dire la balla, Alto Adige è fascista! Al contrario, Sud Tirolo è popolare ed etnico. Invece il fascismo, per un accordo col governo nazionalsocialista del Terzo Reich tedesco, incentivò le “opzioni”, la scelta dei germanofoni d’acquisire la cittadinanza tedesca. Se si scarpina da quelle parti, ci s’imbatte in romantici piccoli cimiteri attorno alle chiese montane. Si entri e si guardino le fotografie sulle lapidi di tanti bei giovani cauti durante la Seconda guerra mondiale. Poche le uniformi della Wehrmacht, l’esercito regolare del Reich; molte le divise delle SS, la fanatica milizia del partito nazista.

Un nome coniato in età napoleonica e ridato poi al luogo dagli ultimi Governi liberali, diventa un emblema fascista; il Sud Tirolo dei germanofoni un tempo nazisti, è etnico, democratico e bello. Destra Liberale continuerà a chiamare la Provincia di Bolzano, Alto Adige.

Aggiornato il 16 ottobre 2019 alle ore 12:58