Il Bonafede che (non) viene dalla Luna

Nell’Orlando Furioso, San Giovanni, per espresso volere della Provvidenza Divina, manda Astolfo, duca di Inghilterra, a farsi un giro sulla Luna.

Qui da noi, molto più prosaicamente, sono in molti a chiedersi chi abbia mandato Alfonso Bonafede in via Arenula.

Interrogativo ricorrente da quando il primo giugno 2018 il già Fofò Dj si è accomodato alla scrivania che fu, tra gli altri, di Togliatti, Moro, Vassalli e Conso e che esplode fragorosamente ogni qualvolta il Guardasigilli – come ieri sera nel salotto tv di Vespa – regala perle di sfacciata incompetenza giuridica.

Tuttavia, per dirla con Paul Celan, per non sprofondare nelle cose, occorre andare a fondo delle stesse; serve, insomma, scorgere il fondamento delle vicende umane, anche – se non soprattutto – quelle apparentemente più inspiegabili.

Se, infatti, alla sempiterna regola di giudizio di chi guarda il mondo con occhi laici secondo la quale è l’economia e non l’ideologia che determina la politica, si aggiunge il corollario, tutto italiano, che bisogna guardare nel deep state ed, in particolare, dalle parti del Consiglio superiore della magistratura per capire cosa bolle nelle pentole dell’italico Potere, da dove arrivi – e perché ancora stia al suo posto – Bonafede è assai facile da comprendere.

Dobbiamo essere consapevoli, difatti, che la magistratura associata ha – guarda caso dagli stessi giorni di agosto in cui nasceva il governicchio giallorosso – un centro di potere nuovo di zecca, costituito dalla alleanza in Anm tra davighiani e magistratura di sinistra.

Di più, la questione della prescrizione è stata in materia di politica giudiziaria (ché sulle nomine si trova, all’italiana, sempre un accordo) il più probante, almeno ad oggi, banco di prova di questo nuovo assetto di potere, il quale alla prova dei fatti ha, almeno dal loro punto di vista ben resistito.

Concludendo, se anziché guardare alla Luna si volgono gli occhi a Piazza Indipendenza, si capisce bene chi e cosa, ben inteso politicamente, “garantisca” il Guardasigilli, con buona pace della confusione tra dolo e colpa.

Aggiornato il 12 dicembre 2019 alle ore 12:14