Coronavirus: il giorno dopo

Dalla pandemia alla normalità, quanto tempo ancora? Quali e quante conseguenze politiche, nazionali ed europee sul piano individuale, economico e sociale? Cosa farà Mario Draghi e soprattutto Angela Merkel, che sembra aver dimenticato che l’Europa non molto tempo fa con l’Accordo di Londra ha pagato i debiti di guerra della Germania? Mentre improvvisamente Emmanuel Macron parla bene dell’Italia allineandosi con i tedeschi e con l’Olanda. Ambedue negandoci l’aiuto, nel momento del maggior bisogno, impedendo anche di comprare da loro mascherine ed altri presidi medici e dimenticando tutto quello che hanno fatto gli italiani nel mondo!

Le ipotesi su Draghi presidente del Consiglio non sembrano consistenti, Quirinale e forze politiche non sono favorevoli, l’attenzione va allo svolgimento della partita sull’Europa da cui dipende il nostro futuro. Ci vorrebbero interventi robusti, rapidi, innovativi; non tornare dove eravamo, ma da subito impostare il bilancio europeo. Allora chi potrebbe fare il commissario straordinario con un incarico che unisca la volontà della Commissione Ue e del Consiglio europeo, in raccordo anche con la Bce per salvare l’Europa e l’euro, fronteggiando l’emergenza Covid-19?

Sarà sufficiente la sia pur notevole quantità di risorse, messi a disposizione dall’Europa? Forse no, infatti Bruxelles ha sospeso i vincoli del Patto di stabilità, permettendo così anche a noi italiani poverelli di ricorrere al debito. Ma basteranno le risorse Ue e Bce? Sicuramente in modo minimale, non certo per la ricostruzione ed inoltre l’Euroclub non ha preso posizione sugli eurobond per cui occorre l’unanimità, mentre Ursula Von der Leyen affossa i Coronabond. Allora dove sta l’Europa? I vari Stati si occupano solo dei loro statuti e dei loro interessi, e comunque sembrano funzionare; ma come si fa a sperare e pensare che questi possano emettere dei titoli sul debito pubblico europeo? Inoltre la Germania si è spaccata, quindi risulterà difficile decidere a maggioranza, come per l’ultima decisione della Bce per il Quantitative easing. Ed ancora come si fa a creare un debito federale, come gli antieuropeisti auspicano, che di fatto sarebbe di nessuno, in quanto le sovranità nazionali risultano inadeguate, e comunque equivarrebbe alla cessione di sovranità, contro cui invece loro si battono?

Forse potremmo pensare di rafforzare il patrimonio della Banca europea degli investimenti con l’italiano Dario Scannapieco, vicepresidente, in modo da emettere titoli Bei con la Bce ed accontentare Berlino? O forse potremmo delegare ad un soggetto europeo terzo, ad esempio un commissario straordinario, anche la gestione delle risorse reperite con l’emissione di titoli federali; dato anche che non siamo stati in grado di spendere i fondi europei a disposizione, forse meglio, allora, una ricostruzione europea centralizzata. Infatti potremo forse trovarci domani, a causa del maggior indebitamento magari fino al 170-180 per cento di rapporto debito-Pil sanzionato dai mercati, con Btp “titoli spazzatura” e andare in crisi. Vittime come la Grecia di un circolo vizioso: considerando necessario spendere meno, per evitare di fare troppo debito nuovo, andando però maggiormente in recessione.

Infine non appare opportuno né si può uscire dall’Europa, come ancora qualcuno tenta di fare, ma possiamo solo cercare di negoziare al meglio, con la consapevolezza delle reali difficoltà, e che in tutti i casi non possiamo fare a meno dell’Europa, così come l’Europa non può fare a meno di noi. Sappiamo tutti bene che più si riducono le alleanze più ci si impoverisce! Per cui cerchiamo tutti insieme di uscire da questa drammatica emergenza aiutando in primis le imprese poi le famiglie ed i cittadini più indifesi, con cassa integrazione, sussidi ed interventi straordinari, possibilmente senza intaccare pensioni e salari minimi.

(*) Consigliere Astri, già docente di psichiatria all’Università “La Sapienza” di Roma

Aggiornato il 31 marzo 2020 alle ore 14:32