C’è solo il No per dire basta

Votando No non solo si sconfigge un referendum pericoloso e ipocrita, ma si manda a casa la maggioranza più bugiarda, ignorante e incosciente che la repubblica abbia mai avuto. Basterebbe pensare al Pci-Pds-Ds-Pd, agli eredi di Palmiro Togliatti uniti ai sacrestani, che per tre volte hanno votato contro la riduzione dei parlamentari e alla quarta, pur di governare si sono rimangiati tutto come se niente fosse. Per carità, i figliocci del braccio destro e sinistro di Iosif Stalin, quel Palmiro che assieme al più grande criminale comunista della storia, mandò a morte, nei gulag, alla tortura, una infinità di gente che aveva la sola colpa di volere libertà e democrazia, sono famosi per rinnegare tutto. Sono arrivati a ripudiare il nome, il simbolo e la bandiera. Sono arrivati a dichiararsi socialisti dopo aver accusato per decenni il Psi di tradimento, sono diventati filoamericani dopo aver preso una montagna di rubli dalla Russia, sono arrivati a copiare perfino Costantino, unendosi allo scudo crociato tanto odiato.

Per non parlare dei tanti dirigenti del Pci che da fascisti decisero in un batter d’occhio che la giusta strada fosse comunista, di quelli che prima applaudirono i carri armati d’Ungheria e poi divennero guru della democrazia, di quelli che nel periodo del brigatismo parlavano di compagni che sbagliano, quelli della superiorità morale che in realtà non c’era. La storia del Pci-Pds-Ds-Pd è la più trasformista che ci sia. Per questo pur di nascondersi quando cadde il muro, pur di camuffare illeciti e ipocrisie, misero l’eskimo in soffitta scegliendo il loden e si unirono ai democristiani di sinistra per votare nel 1989 l’amnistia sui finanziamenti illegali ai partiti. Quell’operazione astuta e maliziosa infatti li mise al riparo da Tangentopoli che era stata programmata per far fuori tutti tranne loro. Tanto è vero che la magistratura si accanì con gli altri mentre al Pci, che nel frattempo aveva già cambiato nome, la mandò praticamente liscia.

Non ci fu indagine che riguardasse i figliocci di Togliatti, che guarda caso per un motivo, un cavillo, un pretesto strano non finisse arenata, derubricata, archiviata mentre col resto dei partiti accuse, arresti e avvisi di garanzia avvelenarono la democrazia. Del resto, basterebbe studiare il “caso Palamara” per capire ora per allora, per svelare la terzietà della giustizia, per rendersi conto di come abbia funzionato l’orientamento politico che Luca Palamara ha confessato, ma se non bastasse si potrebbe rileggere Cervetti, Riva o toga rossa di Misiani. L’ipocrisia è stata il fil rouge di questa gente. Per questo come fosse niente ieri la direzione Pd con Nicola Zingaretti in testa ha confermato il , dopo che in Parlamento per ben tre volte gli ha votato contro. Parliamo dello stesso Zingaretti e del Pd che fino ad un’ora prima di unirsi coi grillini, ne aveva dette peste e corna, giurando sull’onore che mai e poi mai avrebbe potuto allearsi con loro. Come del resto aveva fatto Matteo Renzi, altro campione dell’ipocrisia e del peggio della bugia politica che ci sia.

Quello stesso peggio che nei grillini è tale e quale, perché da quando sono nati hanno cambiato idea, e sconfessato di tutto fino a diventare il simbolo della casta, dell’inciucio, dell’incoerenza e della tresca politica. E allora vi chiediamo: siete felici di essere governati da questa gente? Di ciò che hanno combinato fino ad ora? Vi sta bene il funzionamento del Paese e siete contenti di pagarne le spese? In questo anno disgraziato avete avvertito la vicinanza dello Stato? Il sostegno del governo? Avete avuto indietro una minima parte del sudore versato per mantenere il pubblico apparato? Siete sicuri di essere in buone mani e che sul referendum abbiano ragione grillini e cattocomunisti assieme? Che votando sì in Italia finiranno danni e pene? Suvvia, non scherziamo qui. C’è in ballo la democrazia che è il valore più grande che ci sia. Certo molti di voi adesso ci diranno che anche il centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono a favore e solo Silvio Berlusconi, al quale auguriamo con l’amicizia fraterna e l’affetto di sempre pronta guarigione, ha concesso libertà di voto, si tratta di un errore grave della lega e di fratelli d’Italia.

Tanto grave che molta parte della Lega e di Fratelli d’Italia non è in linea con i leader e per dirla tutta siamo convinti che nel cuore, sia Matteo che Giorgia abbiano capito che sbaglio che sarebbe votare sì per non cambiare niente, anzi per peggiorare la democrazia. Per questo ci rivolgiamo proprio a Salvini e alla Meloni, affinché facciano un atto di pentimento, riconoscano di aver votato la riduzione per suggestione, per paura di andare contro la foga della gente assetata di vendetta come succedeva al Colosseo. La democrazia non si migliora per vendetta, anzi essa stessa ci difende dal fanatismo esasperato di un popolo che è stato suggestionato e trascurato nei bisogni e nelle ambizioni, la democrazia non è un oggetto da colpire a sassate per dispetto, ma è un progetto di libertà, di procedura bilanciata, di garanzia e di rappresentanza vasta e capace, onesta e preparata, colta e coerente, ed è su questo che bisogna scegliere la gente, la qualità e non la quantità. Votate no dateci retta, non seguite l’idiozia politica del sì che non solo non servirà a niente ma vi farà pentire semmai di averlo fatto, di aver scritto si sciaguratamente.

Aggiornato il 09 settembre 2020 alle ore 10:58