Il peggior Natale della nostra vita

Eccoci qua, dunque. Stiamo per vivere il peggior Natale della nostra vita. Reclusi in massa agli arresti domiciliari e soffocati da assurdi divieti, un popolo di sessanta milioni di individui appare incapace di una qualche forma di protesta degna di nota. Esclusi i pochi, autorevoli pulpiti in cui si prova a ragionare circa l’assurdità di buona parte delle misure restrittive in atto, il mondo dell’informazione è schierato compatto a sostegno di una dittatura sanitaria la quale, analizzando nel dettaglio i numeri della pandemia, risulta priva di alcuna giustificazione razionale.

Ad ascoltare i santoni politici e tecnici che ci impongono tali misure liberticide, sembra che ci sia più confusione oggi rispetto ai mesi convulsi della scorsa primavera, quando i vari Savonarola di turno dicevano in coro: state attenti poiché di questo virus non conosciamo quasi nulla.

Ebbene ora, malgrado i citati numeri globali ci stiano parlando con sempre maggiore chiarezza, definendo una malattia che colpisce essenzialmente i soggetti particolarmente fragili, lasciando immuni tutti gli altri, l’idea che viene veicolata dai grandi mezzi di informazione è quella di un virus particolarmente mortale e la cui diffusione avviene con una facilità disarmante. Quasi che fosse una radiazione dalla imprecisata gittata, siamo costretti a girare anche all’aperto con le mascherine, evitando di svolgere qualsiasi attività che determini il rischio di un seppur fugace contatto umano.

In estrema sintesi, dall’inizio di questa confusa e controversa vicenda sanitaria, chi gestisce il Paese ai vari livelli istituzionali continua a basare le sue misure di contrasto alla pandemia presumendo che tutti i cittadini siano pericolosi e indisciplinati untori, portatori della morte nera del terzo millennio.

Perché se così non fosse, se venisse sottolineato con evidenza che ci troviamo di fronte ad una infezione respiratoria che tra gli umani si comporta sostanzialmente in modo analogo alle altre che ci affliggono da sempre, sarebbe assai difficile spiegare ai cittadini terrorizzati che è solo per il loro bene che li si costringe a passare un Natale di penitenza, così come è avvenuto durante l’ultima Pasqua. D’altro canto, solo di fronte ad un contagio che ha del soprannaturale è possibile trovare una ratio al fatto che sia consentito passeggiare solo in prossimità della propria abitazione, mentre è possibile allontanar visi per svolgere una attività sportiva. Mi chiedo: che razza di virus assurdo e mai questo, il quale contagia chi cammina lontano da casa ma non chi corre o pedala a grande distanza?

Probabilmente non è il Sars-Cov-2, che come tutti i virus cerca di sopravvivere, ad essere assurdo, bensì lo è chi, trattandoci come imbecilli, ci impone simili divieti demenziali, dopo averci terrorizzato per mesi e mesi con una impressionante propaganda di regime.

Aggiornato il 23 dicembre 2020 alle ore 12:55