Commemorazione doverosa, silenzi e folklore

Secondo il mito della nascita di Roma, come ricordato da Lattanzio, Acca Larenzia è moglie del pastore Faustolo. Ella soccorse i gemelli Romolo e Remo – trovati allattati dalla mitica lupa – fondatori della Capitale. Madre di dodici figli, alla morte di uno di questi Romolo ne prese il posto. Con gli altri, diede vita alla confraternita dei cosiddetti Fratres Arvales. Acca Larenzia si era curata di allattare anche Romolo e Remo. Come si sa, quando crebbero vennero a conoscenza della loro origine regia. Ammazzarono lo zio usurpatore, Amulio, e rimisero sul trono il nonno Numitore, legittimo re di Alba Longa. Il resto della storia è nota.

Oggi le è dedicata una via nella Città eterna, nella zona dell’Appio Latino. Il 7 gennaio del 1978, periodo famigerato degli “anni di piombo”, davanti alla sede di quartiere del Movimento sociale italiano lì collocata, terroristi di estrema sinistra assassinarono Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, militanti del Fronte della Gioventù. Qualche ora più tardi, durante gli scontri divampati dopo l’agguato, perse la vita anche un altro giovane, Stefano Recchioni. Il padre di Francesco Ciavatta, qualche mese dopo, si uccise per disperazione. Si riuscì a prendere la targa dell’automobile usata dai pluriomicidi. Essa risultò, in seguito, usata, per diversi delitti, dalle Brigate Rosse. Inchieste giornalistiche, per esempio su Il Borghese allora diretto dal senatore Mario Tedeschi, ricostruirono con precisione tutto. Invece, i magistrati della Procura di Roma non sarebbero stati così attenti.

In quelli anni molti ragazzi, di destra e di sinistra, persero la vita in scontri ed episodi violenti. Ma mentre a quelli di sinistra s’intestarono piazze e monumenti, si pensi a Walter Rossi, ricordare quelli di destra è sempre stato presentato, dai mezzi di comunicazione sociale “politicamente corretti”, quasi un crimine. Giorgia Meloni, all’epoca, avrebbe compiuto un anno qualche giorno dopo. La premier aderì al Fronte della Gioventù a 15 anni, ma era il 1992. Appartiene a tutta un’altra generazione e ha il merito di avere portato la Destra italiana alla guida dei Conservatori europei. Ma ha anche sentito sempre l’obbligo morale di ricordare i ragazzi della sua parte caduti negli anni di piombo.

Questo avrà fatto, doverosamente, anche domenica scorsa. Ogni speculazione da parte della sinistra in crisi, per mancanza di idee sull’oggi, è scandalosa. Certi saluti romani e vecchi slogan sono solo folklorismo. Può prenderli sul serio solo l’Anpi dei finti partigiani.

Aggiornato il 10 gennaio 2024 alle ore 11:39