Non strumentalizziamo i morti

Ci risiamo. A seguito del drammatico incidente avvenuto nella centrale idroelettrica di Suviana, riparte la macchina sinistra delle false emergenze. Come da copione, soprattutto i politici dell’opposizione, coadiuvati dal soviet sindacale di Cgil e Uil, che ovviamente hanno proclamato uno sciopero nazionale, cercano di strumentalizzare l’accaduto parlando di strage infinita sul lavoro. Una strage che in realtà, come riportano i numeri degli ultimi trent’anni, non c’è nelle dimensioni catastrofiche di cui questi signori si riempiono la bocca, visto che l’Italia, in rapporto al numero degli occupati, si trova agli ultimi posti in Europa in questa tragica classifica.

Tra l’altro, come ho avuto più volte modo di scrivere, dei circa mille morti che ogni anno si contano nel Paese, oltre la metà avvengono sulle strade: vuoi per chi usa l’auto nell’andirivieni lavorativo o per chi utilizza un mezzo di trasporto per motivi professionali. Significative, in tal senso, le parole espresse di fronte ai giornalisti da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna: “Vogliamo sapere cosa sia successo, perché sono cose intollerabili, faccio mie le parole del presidente Sergio Mattarella, che mi ha chiamato ed è ancora una volta così vicino a questa comunità spesso ferita in questi anni. Ha detto che bisogna fare piena luce e piena luce significa appurare tutta la verità – ha sostenuto Bonaccini – non voglio puntare il dito contro nessuno, saranno i magistrati, coloro che faranno le indagini, a doverci dire cosa è successo ma certamente non ci si può abituare a vedere così tanti morti sui luoghi di lavoro”.

Non poteva poi mancare il controcanto di Elly Schlein, la movimentista che sconfisse quest’ultimo nella corsa alla segreteria del Partito democratico senza essere iscritta. “Si faccia piena luce nel chiarire la dinamica di quanto accaduto: perché è un’altra strage di lavoratori, non possiamo più accettare che questo accada. Bisogna che la sicurezza del lavoro diventi una priorità per questo Paese” ha tuonato lapidaria la sempre più confusa leader dem.

Ora, con tutto il rispetto e la compassione per i familiari di chiunque perda la vita sul lavoro, così come per quelli che muoiono sulle strade – che per la cronaca sono quasi quattro volte più numerosi – e partendo dal presupposto che occorra sempre fare il possibile per abbattere i rischi legati a una qualsiasi attività produttiva, bisogna però avere il coraggio e l’onestà intellettuale di ammettere che in tutti i campi la fatalità è sempre dietro l’angolo e che, di conseguenza, il rischio zero non potrà mai esistere.

Pertanto, chi invece ci dice, per un puro tornaconto politico, di aver trovato il metodo infallibile per ottenere tale, chimerico obiettivo, ci sta raccontando una tragica balla. Il mio consiglio e di ascoltarlo sempre col beneficio dell’inventario, senza farsi suggestionare dall’emozione del momento.

Aggiornato il 12 aprile 2024 alle ore 09:31