Disoccupazione: doccia fredda per Obama

Doccia fredda sui mercati e sulla campagna elettorale di Obama: il mercato americano è riuscito a creare, in un mese, appena 69mila posti di lavoro, un dato molto inferiore al previsto. È il più basso dato sull'occupazione negli ultimi 12 mesi. Complessivamente, il tasso di disoccupazione è cresciuto dall'8,1% di aprile all'8,2% attuale: un esercito di 12 milioni e 700mila americani senza lavoro. La sotto-occupazione cresce al 14,8% dal 14,5% del mese scorso.

In totale, negli Usa, si calcolano circa 5 milioni di posti di lavoro in meno rispetto al periodo pre-crisi (prima del 2008). E Barack Obama, con le sue politiche di "stimolo" (finanziate soprattutto con un aumento vertiginoso della spesa pubblica) si era posto l'obiettivo prioritario di rilanciare l'occupazione. Ma al suo quarto anno di amministrazione, non solo non si nota alcuna diminuzione sensibile della disoccupazione, ma addirittura assistiamo a un suo aumento. Tra l'altro, nella sua versione peggiore, quella cronica: i lavoratori che non hanno un posto da più di 27 settimane ("cronici", secondo le statistiche del Dipartimento del Lavoro), sono ora 5,4 milioni, dunque 300mila in più rispetto a quelli censiti in aprile. E costituiscono quasi la metà (il 42,8%) del totale dei disoccupati americani. I lavoratori costretti a impieghi part-time per ragioni economiche sono 8,1 milioni. I disoccupati che, da almeno un mese, non cercano più lavoro sono 2,4 milioni, 200mila in più rispetto all'anno scorso. Fra questi ultimi il Dipartimento del Lavoro censisce 830mila "lavoratori scoraggiati" che hanno rinunciato a cercare un posto, perché convinti che non ve ne siano.

James Pethokoukis, dell'American Enterprise Institute constata come i dati sulla disoccupazione siano solo uno dei vari aspetti di uno scenario prossimo alla recessione. Il Pil americano registra una crescita sempre inferiore. Nell'ultimo anno era di appena l'1,7%, il peggior dato dal 1947.

Ecco perché la brutta notizia di ieri è un disastro per la campagna presidenziale democratica, a soli 5 mesi dal voto. Sicuramente, una fonte di imbarazzo immediata per il presidente, che proprio ieri sera si è presentato a Minneapolis, a parlare dei posti di lavoro per i veterani. 

Mitt Romney, il candidato repubblicano alla Casa Bianca, ha colto l'occasione per lanciare il suo affondo. Il nuovo rapporto sulla disoccupazione è: «Una notizia devastante per le famiglie e i lavoratori americani, che dimostra il fallimento di Barack Obama». «Si tratta di un atto d'accusa molto duro nei confronti della gestione dell'economia da parte del Presidente Obama. È ormai chiaro a tutti che il presidente Obama e le sue politiche hanno fallito e non sono riuscite a raggiungere i loro obiettivi e che l'Obanomics sta schiacciando la classe media americana». Romney attacca la parola d'ordine della campagna di Obama per la sua rielezione: «Sembra che il suo slogan sia "avanti". Ma dai dati è chiaro che stiamo andando "indietro"». Da Washington gli fa eco lo speaker repubblicano alla Camera, John Boehner: «Dove sono i posti di lavoro?», si è chiesto. E sul merchandising elettorale repubblicano inizia a comparire il motto "America isn't Working", che può essere letto come "L'America (di Obama, ndr) non funziona", ma anche: "L'America non ha lavoro".

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:01