Due rivoluzioni nel Wisconsin

Nel Wisconsin non si sta solo tenendo un'elezione anticipata per il seggio del governatore, ma è in corso uno scontro in campo aperto fra due opposti movimenti e due inconciliabili metodi di governo.

La storia di questa elezione speciale è già in sé un fatto straordinario, molto raro nella storia recente degli Stati Uniti. Si tratta infatti di un "recall": 900mila cittadini hanno firmato per revocare o riconfermare il mandato del governatore repubblicano Scott Walker (in carica dal gennaio del 2011) tramite un'elezione anticipata. Questo particolare esercizio della democrazia diretta è, appunto, molto raro: quello di Walker è solo il terzo caso di "recall" nella storia degli Stati Uniti. Il primo ad essere "licenziato" dal suo popolo fu Lynn Frazier, governatore del Nord Dakota nel 1921, il secondo Gray Davis della California nel 2003. Nel caso di Scott Walker, ad aver scatenato l'ira di quasi un milione di cittadini ed elettori, è stata la sua politica di drastici tagli al budget del Wisconsin, un aumento sulle tasse sui salari pubblici e soprattutto la sua riforma della legge sui salari e le pensioni degli statali, che riduce drasticamente il potere della contrattazione collettiva dei sindacati. Questi ultimi non potranno più chiedere aumenti salariali per i loro iscritti, se non passando attraverso un referendum. Di più: i sindacati non possono più incassare automaticamente la ritenuta dalla busta paga dei lavoratori.

Walker, insomma, ha realizzato quella rivoluzione che gli era stata chiesta dai Tea Party, principali artefici della sua vittoria nelle elezioni del 2010. Contro questa rivoluzione se ne oppone un'altra, altrettanto vigorosa, alimentata dai sindacati, che hanno tutto l'interesse a riprendersi il potere perduto. I democratici si sono mobilitati, per non perdere l'occasione. E così sono state raccolte le 900mila firme, quasi mezzo milione in più rispetto a quelle necessarie per indire le elezioni del "recall". Lo sfidante democratico si chiama Tom Barrett, classe 1953, sindaco di Milwaukee. Ma alle sue spalle si schiera il "gotha" del partito della sinistra americana, compreso il sempre-verde Bill Clinton, che si è speso personalmente per la campagna. Anche i repubblicani non si sono risparmiati: Chris Christie (New Jersey), Bobby Jindal (Louisiana) e Nikki Haley (South Carolina) hanno sostenuto il loro collega. Tutto dipenderà, ora, dalla capacità di mobilitazione degli elettorati. Quale delle due rivoluzioni trionferà: quella dei sindacati o quella del Tea Party?

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:30