Scontro Egitto-Tunisia sul cristiano ucciso

«Quel video con lo sgozzamento del cristiano apostata non è stato girato in Tunisia ma in Iraq circa sei anni fa ai tempi di al Zarqawi».

Dopo le rivelazioni del nostro giornale scoppia un vero e proprio caso tra Egitto e Tunisia, a ore si attende una nota ufficiale del governo locale, a proposito della trasmissione della Tv "Al Faraeen", il Faraone, "Al Masri al Yaum" e del suo opinionista Tawfiq Okasha, che un gruppo di arabi liberali amici di Israele definisce anti semita e propagatore di notizie false e manipolate su Israele come sulla Tunisia. 

Sullo sfondo un duplice fronte, interno ed esterno, aperto nel mezzo della campagna per le elezioni presidenziali al Cairo. La tesi degli arabi democratici e liberali (che riporta al "fronte interno," e che è stata firmata da Anna Mahjar-Barducci che ne è presidente) è che «Okasha abbia forse trasmesso il video - nel suo programma Egypt Today su Faraeen TV - sapendo che il fatto era accaduto in Iraq, per spaventare l'elettorato egiziano. Un modo probabilmente per dire di scegliere il candidato Ahmed Shafiq, facendo passare l'idea che se gli Islamisti vincessero, come in Tunisia, anche in Egitto inizierebbero gli sgozzamenti. Okasha ha infatti dichiarato apertamente il suo sostegno a Shafiq».

Il fronte "estero" porta invece a una sorta di concorrenza sleale tra Egitto e Tunisia per dirottare il turismo europeo ed americano: se infatti l'Egitto fa paura a tutti per le violenze quotidiane, la Tunisia non sembra ancora essere a quel livello. E quindi i turisti, anche italiani, non hanno mai smesso di andarci in questi ultimi due anni. 

Ma se una campagna denigratoria fatta ad hoc facesse credere il contrario... I servizi di sicurezza di Tunisi hanno analizzato le voci e le immagini trasmesse da "Al Faraeen Tv" e sono giunti alla conclusione che l'unica cosa vera è lo sgozzamento di un povero uomo arabo di fede cristiana. Ma l'accento dello speaker sarebbe chiaramente iracheno, inoltre qualcuno ricorda un video molto simile messo in rete dai qaedisti di Baghdad e dintorni per l'appunto nel 2006. Gli arabi liberali di Anna Mahjar-Barducci nella propria risentita nota di smentita, si soffermano anche sulla personalità del conduttore del talk show, Tawfiq Okasha, «considerato, da alcuni analisti, come un collaboratore del regime e senza alcuna credibilità tra gli egiziani».

Di sicuro non è un amico di Israele come testimoniano numerosi video riportati da Memri, su sue intemerate lanciate dalla Tv in questione, che prima della caduta di Mubarak veniva considerata vicina all'ex raiss. In uno di questi video Israele veniva accusata di usare contro i palestinesi, anche sul fronte economico, gli stessi metodi che Hitler impiegò contro gli ebrei. Una tesi però questa ampiamente diffusa in tutto il mondo arabo, che rientra quasi in una sorta di ipotetica "modica quantità" di antisemitismo locale. Insomma, in attesa che Tunisi e il Cairo risolvano il giallo del video, di sicuro c'è solo una circostanza: un cristiano è stato decapitato per avere professato la propria fede in un qualche imprecisato punto del mondo arabo islamico.

E anche questa, forse, non è più una notizia secondo i canoni del giornalismo e della categoria dello spirito dell'"uomo che morde il cane".

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:21