Romney vince nel fundraising

La campagna presidenziale negli Usa sta per diventare la più costosa della storia: 6 miliardi di dollari, secondo le ultime proiezioni, potrebbero essere spesi di qui a novembre. Soldi, privati, sia chiaro: non c’è alcuno spreco dei risparmi del contribuente, nessun aumento del debito pubblico.

Quando il piccolo donatore o il grande mecenate decide di tirar fuori il portafogli, a chi preferisce dare i suoi dollari? In termini assoluti, la campagna per la rielezione del presidente Barack Obama ha raccolto il doppio rispetto a quella dello sfidante repubblicano Mitt Romney. Il democratico ha, infatti, raccolto 300 milioni e 135mila dollari, contro i 153 milioni e 537mila dollari di Romney. Quanto ai soldi già spesi, la campagna democratica ha già sborsato circa 205 milioni di dollari, contro i circa 131 milioni di dollari della campagna repubblicana. Certo, i democratici hanno anche più debiti: 2 milioni e 400mila dollari, mentre il bilancio dei repubblicani è in pareggio. Ma la cassa della sinistra è comunque più cospicua (97 milioni e mezzo di dollari a disposizione) rispetto a quella della destra (22 milioni e mezzo).

Questa che abbiamo visto, però, è solo una fotografia. Dobbiamo invece guardare al “film”, cioè alla tendenza della raccolta fondi. E qui non possiamo fare a meno di constatare un vantaggio crescente di Mitt Romney. A luglio, per il terzo mese di fila, il candidato repubblicano ha collezionato più donazioni rispetto al presidente uscente: 101 milioni di dollari contro i 75 milioni del rivale. In quest’ultimo mese, il 94% delle donazioni a favore di Romney vengono da privati cittadini e ammontano a meno di 250 dollari l’una. Certo sono stati determinanti i grandi donatori, i Super Pacs (acronimo di Comitati di Azione Politica), il cui apporto costituisce il 75% del denaro complessivamente raccolto. Obama vanta un maggior numero (sia in termini assoluti che relativi) di piccoli donatori individuali: il 98% del totale, pari a 54 milioni di dollari, dunque i due terzi della raccolta fondi.

Chi sono i grandi finanziatori? Secondo il sito OpenSecrets.org “dietro a” Barack Obama vi sarebbero soprattutto i colossi dell’informatica (Microsoft e Google) e due università (California e Harvard), oltre allo studio legale internazionale Dla Piper. “Dietro a” Mitt Romney, invece, sono schierate le tanto demonizzate grandi banche: Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, Bank of America, Credit Suisse.

Nei prossimi giorni, Obama cercherà di sfondare nel mondo di Hollywood. Dopo l’endorsment dato da Clint Eastwood a Mitt Romney, c’è da aspettarsi che tutti gli altri registi, attori e produttori lo diano a Obama. Harvey Weinstein, uno dei maggiori produttori e distributori mondiali, è in procinto di dare un party per la raccolta fondi a favore del presidente. Madrina dell’evento sarà la popolarissima attrice Anne Hathaway. Romney, invece, resterà più coi piedi per terra. È in procinto di iniziare un tour di comizi negli stati ancora indecisi: Virginia, Carolina del Nord, Florida e Ohio.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:36