Germania: tra Europa e modello renano

In un suo pregevole articolo Claudio Magris, per chiarire quanto grande sia stata l’influenza della Germania sui destini dell’Europa e del vecchio continente, ha, con rara sapienza e grande sensibilità letteraria, descritto il famoso idillio tedesco, la tendenza di questo grande Paese a vivere ripiegato e racchiuso nel piccolo mondo.

 Questo carattere del popolo tedesco, se, da un lato, spiega l' origine della sua grande cultura, quella filosofica di Kant ed Hegel, e quella letteraria di Goethe, Hoffman e di Thomas Mann, dall’altro lato, aiuta a capire la indifferenza per la grande politica. Infatti è stata la indifferenza per la grande politica che ha generato la manifestazione del disumano nella storia del novecento, con l’ascesa al potere del totalitarismo nazista e l’affermazione dell’antisemitismo.

In Germania si sono affermate, dopo la seconda rivoluzione industriale, visioni e concezioni del mondo che hanno espresso una critica radicale verso la modernità liberale, come il marxismo e la scuola di Francoforte. La Germania, che ha raggiunto la sua unificazione nazionale grazie al genio politico di Bismark negli ultimi trenta anni dell’ottocento, ha esercitato un ruolo enorme ed ha occupato una posizione di primaria grandezza negli scenari che hanno contrassegnato il cammino e lo sviluppo della storia Europea degli ultimi due secoli. E’ stata sconfitta, in momenti storici diversi, nelle due tragiche e terribili guerre mondiali, che hanno segnato profondamente la storia del novecento.

Tuttavia, soprattutto dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, e dovendo sopportare l’onta dovuta alla politica di sterminio attuata dal nazismo contro gli ebrei, la Germania ha ritrovato la forza e la capacità di ricostruire la sua economia con slancio ed impegno. Dopo la caduta del muro di Berlino, con la conclusione della guerra fredda, si è avuto la riunificazione della Germania, sicchè la Ddr è stata annessa alla Repubblica Federale. Storicamente, come gli studiosi di economia hanno notato, si è affermato il modello renano, che si distingue da quello anglosassone e da quello americano.

 Per comprendere come la Germania sia riuscita a mantenere il suo ruolo egemone in Europa, in questi ultimi anni in cui il vecchio continente ha dovuto fronteggiare gli effetti devastanti della recessione economica, la cui origine risale al 2008, è necessario cogliere e capire i caratteri del modello renano. Esso si basa sul risparmio, sulla produzione industriale, su di un sistema di relazioni industriali rivolto a coinvolgere i sindacati e i rappresentanti del mondo del lavoro nel processo produttivo, metodo che ha prodotto risultati notevoli in termini di crescita economica e salvaguardia dei diritti civili e sociali dei cittadini.

 Occorre ricordare che la Germania, all’inizio del nuovo millennio e dopo la riunificazione del 1989, aveva un livello di crescita modesto, una spesa pubblica fuori controllo, una disoccupazione di proporzioni enormi. Gerard Shroder, per risanare il Paese e restituirgli la capacità di competere, mentre la globalizzazione mutava la struttura e la natura dei rapporti economici nel mondo, ebbe la grande intuizione di concepire un disegno grandioso, le cui linee generali vennero delineate nella ormai nota agenda 2010.

 Pur essendo il leader della Spd., partito attento alle ragioni del mondo del lavoro, Shroeder non esitò a modificare la natura ed i carattere dello stato sociale, introducendo una riforma del mercato del lavoro e degli armonizzatori sociali, con cui la economia tedesca ha ritrovato lo slancio e la sua vitalità produttiva. Per unanime riconoscimento da parte dei maggiori studiosi di economia, la Grosse Koalition guidata da Angela Merkel, dal 2005 al 2009, ha continuato una azione di governo innovativa e riformatrice, lungo il solco virtuoso tracciato dal suo predecessore, tanto da indurre gli osservatori che l’economia sociale di mercato, esistente in Germania, debba costituire un punto di riferimento per il vecchio continente.

Come appare evidente, sono state le riforme efficaci ed innovative degli anni scorsi a consentire alla Germania, in questo periodo in cui la recessione ha colpito i paesi del mediterraneo e del sud Europa, di conservare e rafforzare il suo ruolo egemone nel vecchio continente. Angela Merkel, accusata di volere imporre le politiche di austerità ai Paesi del vecchio continente, accusati di compiere sprechi e di vivere al di sopra della loro possibilità, ha saputo contemperare con grande equilibrio le ragioni nazionali con quelli Europee.

 In realtà il modello renano, oggi esaltato e designato come un esempio da seguire, ha saputo, come ha notato lucidamente Angelo Bolaffi, contemperare gli imperativi sistemici del mercato e quelli etici della ragione sociale. E’ vero che il governo tedesco in questi anni ha difeso l’unità monetarie e la permanenza dell’Euro, tuttavia spesso Angela Merkel ha dato l’impressione di essere custode di una visione che antepone gli egoismi nazionali alla grandezza dell’ideale Europeo.

 Questo ideale, il cui valore culturale è dovuto al fatto che ci troviamo immersi nella globalizzazione finanziaria, mira a creare nel vecchio continente una unità politica perché vi regni la democrazia, la libertà ed il benessere e la sicurezza sociale. Poiché la Spd in questo momento non è in grado di proporre una reale e credibile alternativa politica e culturale alle proposte di Angela Merkel, è prevedibile che, al voto di domenica prossima, il suo partito, la CDU, riesca ad ottenere per la terza volta di seguito il mandato a governare la Repubblica Federale tedesca.

 In ogni caso, proprio perché vi è la possibilità che si accentui la divaricazione tra i popoli del nord Europa, protestanti e virtuosi, e quelli del sud Europa, spendaccioni e poco accorti nella politica di bilancio, si spera che l’unione bancaria e la nascita degli Eurobond, per restituire vitalità e slancio alla economia del vecchio continente, non rimangano chimere ed illusioni coltivate da chi agogna e aspira alla nascita della Unione Politica Europea. Vedremo come muterà la politica tedesca rispetto ai temi Europei, dopo la consultazione elettorale in Germania di domenica prossima.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:37