La Russia tra sanzioni   e abbattimenti

Gli Usa e l’Unione Europea hanno deciso mercoledì di dare un nuovo giro di vite alla Russia. Un nuovo round di sanzioni, mirate contro grandi aziende e personalità di spicco del regime messo in piedi dai “separatisti” nell’Est ucraino, uomini vicini a Putin, dirigenti dell’apparato spionistico e militare di Mosca. In pratica, continua la strategia suggerita dal dissidente ed ex scacchista Garry Kasparov: colpire al vertice, lasciando stare il popolo. Sottrarre affari e ricchezze agli uomini di Putin, obbligandoli a fare la scelta per loro più difficile: o la miseria, o la fedeltà al presidente.

Quelli che vengono compiuti sono passi in questa direzione, anche se ci vorrà tempo, molto tempo, prima di arrivare a una possibile resa dei conti all’interno del Cremlino. I leader europei hanno previsto di congelare i programmi condotti in russa dalla Banca Europea degli Investimenti e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Gli obiettivi delle sanzioni mirate a istituzioni e persone sono più numerosi rispetto ai precedenti round di sanzioni. Nel settore energetico sono state inserite nella lista nera i colossi di Putin: la Rosneft è nata da un progetto personale del presidente ed è diretta dal suo braccio destro economico, Igor Sechin; la Novatek, altro bersaglio, è praticamente di proprietà di Putin tramite suoi alleati e sodali; è stata colpita indirettamente anche Gazprom, il colosso di Stato con cui il Cremlino conduce la sua politica energetica: le sanzioni colpiscono la Gazprombank, la banca di Gazprom, terzo più grande istituto di credito in Russia. Anche otto aziende delle armi sono finite nella lista nera, per dare un primo colpo al grande settore militar-industriale russo. Avranno forse un impatto minore le sanzioni alle persone.

I leader europei e statunitensi hanno deciso di concentrarsi soprattutto sui personaggi di spicco della politica della “Novorossija” e della Crimea sorta in territorio ucraino per volontà di Putin. Infine vengono sanzionati anche alcuni alti papaveri della politica russa, come Igor Shchegolev, consigliere di Putin, Oleg Genrikhovich Savelyev, ministro (a Mosca) per gli affari con la Crimea, Sergej Neverov vicepresidente della Duma, Sergej Beseda, ufficiale dei servizi segreti. L’approvazione delle sanzioni per la Russia, come previsto, ha provocato un piccolo terremoto finanziario, non solo nel Paese colpito, ma anche nelle borse europee e americane. Manca, tuttavia, un riscontro definitivo sull’impatto che avranno sull’economia reale russa. Come per le precedenti sanzioni, anche queste hanno infatti obiettivi molto limitati. Non è stato colpito, né tagliato fuori alcun settore (preso nel suo complesso).

La Russia, in pratica, continuerà a esportare il suo gas all’Europa, se è questo quel che turba i nostri sonni. L’impatto, dunque, è da valutare solo nel corso dei prossimi mesi/anni ed esclusivamente, come si diceva, sugli uomini del Cremlino che circondano Putin. Per ora ostentano sicurezza, ma quando realizzeranno a quanto ammontano le loro perdite personali, dovranno fare una scelta di campo. Non è detto che decidano automaticamente di disertare, ma è più facile che lo facciano. Quel che le sanzioni stanno facendo, poi, è un danno di immagine. L’Europa non ha bisogno necessariamente della Russia, ma la Russia ha tassativamente bisogno di investimenti occidentali per crescere.

Se Mosca proietta all’estero l’immagine di un Paese instabile, con una classe dirigente irresponsabile e una politica estera pericolosa, può attirare ancora qualche avventuriero, ma è difficile che continui ad attrarre investimenti da parte della maggioranza degli imprenditori meno inclini ai forti rischi. Le sanzioni sono un segnale chiarissimo: chi investe a Mosca, può perdere tutto da un momento all’altro. Gli indicatori di popolarità parlano ancor più chiaramente. Secondo un’indagine globale del Pew Research Center, il ruolo della Russia nel mondo è giudicato positivamente solo nella Russia stessa, in Cina, in Vietnam, in Grecia (unico Paese europeo smaccatamente filo-russo), in Bangladesh e in qualche Paese africano. In tutto il resto del mondo, il giudizio popolare sulla Russia è bassissimo. In Italia, il ruolo di Mosca nel mondo è valutato positivamente da appena il 20% dei rispondenti al sondaggio. Il “putinismo”, che è dilagante sul Web, è dunque ristretto a meno di un quinto degli italiani. Tutto questo avrà un impatto, sugli investimenti, sul turismo, su tutto. Medvedev deve “ringraziare” Putin: l’ex presidente (attuale premier) aveva costruito un percorso virtuoso di allacciamento della Russia al mondo, fatto di Olimpiadi, un G8 a Sochi, un Mondiale e tanti altri contatti a tutti i livelli con i maggiori clienti europei. Adesso la Russia è già sospesa dal G8 e rischia di esserlo anche dal Wto. “Ci saranno conseguenze” tuona Putin in risposta alle sanzioni. Quali? “I rapporti tra Russia e Usa stanno imboccando un vicolo cieco”. Ma che tipo di risposta può dare la sua “potenza”? Ha riattivato, a spese russe, una vecchia stazione militare di monitoraggio a Cuba, residuo della guerra fredda. Ma chi ha più paura di un’escalation nei Caraibi? Putin ha stretto accordi con la Cina, ma occorreranno anni prima di riorientare la rete di esportazione del gas (di cui Pechino ha bisogno fino a un certo punto) verso l’Asia orientale. Mentre basta un anno o poco più prima che l’Europa ricominci a importare gas dagli Usa, tagliando fuori la Russia. Putin, forse, può anche voler riprendere il braccio di ferro con gli Usa, in stile guerra fredda, per sentirsi forte in casa e consolidare il potere. Ma non se lo può permettere. Prima che se ne accorga, tuttavia, può ancora provocare miliardi di danni e centinaia di lutti in Ucraina.

Fra l’altro, poche ore dopo che Putin ha pronunciato il suo discorso sulle conseguenze delle sanzioni, un aereo civile, con 295 passeggeri a bordo, il volo MH17 della Malaysia Airlines, è stato abbattuto sui cieli dell’Ucraina orientale. Tutti i passeggeri risultano morti. Il primo sospetto per l’abbattimento è proprio l’esercito irregolare filorusso dell’Ucraina orientale (che ovviamente smentisce). Se dovesse essere confermata questa ipotesi, la Russia dovrebbe gestire il peso del peggior errore militare commesso dal 1983 ad oggi. Allora l’Unione Sovietica abbatté il volo della Korean Airlines KAL007 e venne isolata dalla comunità internazionale. L’episodio contribuì a farle perdere la guerra fredda. Corsi e ricorsi della storia?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:52