DisUnione Europea

Ma è sempre vero che il potere “logora solo chi non ce l’ha”? Il luciferino Giulio Andreotti avrebbe torto, secondo me, nel caso della cancelliera Angela Merkel. Chi, se non Frau Angela, ha resuscitato con la sua demagogia sulle porte aperte agli immigrati il Mostro di Loch Ness dell’estrema destra xenofoba, arrivata a essere il terzo partito nelle recenti elezioni di importanti Länder tedeschi? Chi, se non Lei, ha legittimato e costretto tutti gli altri a inginocchiarsi al despota turco, che anche lui (una sorta di... “Fondamentalista riluttante”) aveva scommesso sui profughi siriani in funzione anti-Assad, per trovarsi oggi intrappolato nella reazione di Putin e nella tregua tra i miliziani e Damasco voluta dal resto del mondo? Finita la lungimiranza e la leadership di Angela? C’è da chiedersi il perché la Germania non abbia posto brutalmente la sua Spada di Brenno sulla bilancia degli accordi in occasione degli innumerevoli vertici Ue, dicendo agli altri ventisette: o firmate tutti un accordo sensato sulla redistribuzione dei flussi dei rifugiati, o io denuncio unilateralmente Dublino III e chiudo io per prima le mie frontiere!”.

E noi, in tutto questo, abbiamo mai fatto un’analisi seria di che cosa ci stia capitando da parecchi anni con l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi economici? Intendo dire, sulla qualità di questi flussi, che in gran parte vanno a infoltire un po’ ovunque le già ampie fasce di marginalità urbana? Sommandosi, per di più (con il concerto rischio di una nuova, micidiale e devastante guerra tra poveri), ai nuovi eserciti di presenze autoctone, vittime della crisi economica e dell’incapacità da parte di tutti i governi di gestire decentemente sicurezza e burocrazia ammazza-crescita? Esempio concreto: che cosa ci fanno molte migliaia di venditori irregolari, venuti da ogni parte del mondo, Maghreb, Africa centrale, India, ecc., che sciamano indisturbati per le vie cittadine, del centro di Roma, Milano, e di tanti altri? Io mai, dico “mai”, ho visto un tutore dell’ordine in divisa che chiedesse loro di mostrare un titolo valido di soggiorno! E anche questa, perdonatemi, si chiama “corruzione”, non credete? Spiegatemi bene che bisogno abbiamo noi di acquistare (più o meno forzosamente, per liberarci dalla loro petulanza) centinaia o migliaia di tonnellate di paccottiglie fabbricate in Asia e in altri posti sperduti del mondo dove i bambini, le donne e gli uomini vengono vergognosamente sfruttati? Chi, come e perché, quando rifornisce tutti costoro?

Che vantaggio ne possiamo ricavare (fiscalmente) da quelle vendite assolutamente in “nero”, che evadono l’Iva e ogni altra fonte di contribuzione obbligatoria? Quanto costa il loro welfare ai lavoratori che pagano le tasse? Che ci fanno legioni di giovani africani, belli e robusti, con il cappello in mano a chiedere l’elemosina (dico “elemosina”!) di fronte agli ingressi di negozi e supermercati? Che ci fanno eserciti di lavavetri disseminati ovunque? Per non parlare di coloro che spacciano. Rimandarli tutti a casa forzatamente? Ci costerebbe vari punti di Pil, inutilmente: molto di più di quanto otterremmo tentando di tassare le loro microtransazioni. Messi alla porta, moltissimi di loro rientrerebbero dalla finestra. Soluzioni? Mah, mi viene da dire: pensiamo in grande. Diciamo che gli Stati europei (tutti assieme!) potrebbero fare un ragionamento di questo tipo: diamo pure i visti ai profughi economici che ce lo chiedono, smantellando con la semplice adozione di questa decisione tutti i traffici illegali dei mercanti di schiavi che li sfruttano e, spesso, li condannano a morte.

Ad un patto: il visto ti costa una cauzione di ingresso per un importo “X” fissato e uguale per tutti. Se in tre anni di permanenza tu non hai restituito “lavorando” una contribuzione pari a “Y” volte la tua cauzione, ti prendi un provvedimento di espulsione e ti paghi il ritorno con i soldi tuoi. Idem se tu fossi colto a lavorare in nero. La violazione decreto di espulsione è un reato penale, punibile con “Z” anni di reclusione. Idem l’ingresso illegale, evadendo l’obbligo del visto. La pena, però, ti è sospesa e condonata qualora tu scelga di tornare al tuo Paese di origine, sempre a tue spese. Io la metto sul piatto questa mia proposta come una semplice provocazione (per ora). Ad altri, nel caso, ragionare sul principio o darmi dell’imbecille volendo. Io non muoverò querela. Mai.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:40