Da Nizza all’Africa, ascoltiamo Israele

Un anno politico intenso per la realtà transnazionale e per la geopolitica. Gli attentati in Francia, la politica occidentale, i rapporti con l’Iran e le relazioni dello Stato di Israele con il Continente africano. Analizziamo le varie questioni sollevate con l’ambasciatore Dan Haezrachy, vice capo missione dell’Ambasciata di Israele a Roma.

La Francia, l’Europa e il terrorismo. Israele da sempre è vittima di tali attentati e nel Paese vi era anche chi aveva avvisato il Continente europeo della crescente ondata di odio nei confronti della cultura liberale e democratica. Cosa sta avvenendo in Europa?

In primis mi permetta di esprimere un sincero dolore per quanto accaduto sia in Francia, che in Germania. Sono rimasto colpito dalla brutale esecuzione dell’anziano prelato in Normandia. A Nizza, come lei ha rilevato, i terroristi hanno voluto colpire in una data simbolo della libertà europea. Purtroppo, mi spiace rilevare che il terrorismo palestinese ha inventato molti di questi modelli di attacco. Azioni a basso costo, ma con un drammatico “successo” in termini di perdita di vite umane. Questi attacchi dimostrato come al terrorismo non serva possedere grandi eserciti per fare stragi. Bastano pochi individui radicalizzati, un “lupo solitario” in possesso di un coltello, di un camion, di un’ascia, per causare enormi tragedie. Israele ha più volte avvertito l’Occidente del fatto che, non condannare quanto accade ai civili israeliani, significa fare il proprio male. Perché il terrorismo innova poco e imita molto.

L’Europa continua ad aprire le proprie porte all’economia iraniana, nonostante le continue violazioni dei diritti umani e i rischi per le imprese. Ampio spazio da parte della stampa è stato dedicato alla delegazione di 50 imprenditori delle Marche in Iran. A denunciare la non “normalità” iraniana alcune Organizzazioni non governative come Nessuno tocchi Caino e personalità come l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente del Global Committee for the Rule of LawMarco Pannella, che in un recente articolo ha ribadito: “Hassan Rouhani aveva chiaramente dichiarato che il suo interesse per i negoziati è stato guidato non da considerazioni moderate, ma per convenienza politica”. Perché l’Italia sembra non dare ascolto a tali voci?

Purtroppo, dopo il luglio 2015, l’Europa è diventata l’oggetto del desiderio dell’Iran. Ciò fa parte di un piano studiato da parte di Teheran, che ha sia lo scopo di dividere l’Occidente – Stati Uniti ed Europa – sia quello di sfruttare la crisi economica del Vecchio Continente. Riguardo l’Italia, non posso certo dire io al presidente delle Marche quello che deve fare. Posso rilevare che serve un’attenzione particolare, soprattutto in Italia. L’Iran, come ha dichiaratamente detto Rouhani, intende fare dell’Italia la “porta di ingresso verso l’Europa”. Considerando la realtà del regime iraniano, mi auguro che chiunque avvii una cooperazione con Teheran lo faccia con ferme precondizioni, tra le quali il netto rifiuto dell’ideologia antisemita e antisionista dell’Iran. Quello che denuncia l’ambasciatore Terzi è verissimo e mi permetta di ringraziarlo pubblicamente per tutto il suo impegno in favore del rispetto dello Stato di Diritto.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha iniziato una missione ufficiale in Africa, visitando quattro Stati: Uganda, Ruanda, Kenya ed Etiopia. Quali prospettive si stanno istaurando tra Israele e il Continente africano?

Si è trattato di un viaggio molto importante, sia a livello di relazioni internazionali che a livello emotivo. Emotivamente parlando, Netanyahu è anche tornato ad Entebbe, lì dove suo fratello Jonathan è stato ucciso. Per quanto concerne le relazioni diplomatiche, questo viaggio ha permesso a Israele di ritornare in Africa, dopo l’importante lavoro fatto da Golda Meir. Israele ritiene l’Africa un Continente molto importante, sia per la vitalità della sua popolazione, che per quanto Israele può condividere con i Paesi africani in termini di tecnologia applicata a settori quali l’agricoltura e la medicina. Ci tengo a ricordare due cose: grazie a questo viaggio, Israele e Guinea hanno ristabilito le relazioni diplomatiche dopo oltre quarant’anni. Secondariamente, l’Africa offre opportunità di cooperazioni triangolari: basti qui pensare che Italia e Israele cooperano nel settore agricolo in Burkina Faso.

Il vicepresidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio, ha detto che il Movimento 5 Stelle quando sarà al Governo riconoscerà immediatamente la Palestina. Recentemente, una delegazione del M5S in visita proprio in Palestina ha protestato asserendo che “il governo israeliano ci ha negato il permesso di entrare oggi nella Striscia di Gaza”. Possiamo chiarire cosa è avvenuto?

Israele ritiene il Movimento 5 Stelle una realtà del panorama politico italiano con cui è necessario avere un dialogo. È stato questo lo spirito che ci ha portato a offrire ad alcuni loro rappresentanti, tra cui il vicepresidente Di Maio, l’opportunità di visitare Israele. Ho letto le varie dichiarazioni che i rappresentanti del M5S hanno rilasciato. Per quanto riguarda Gaza, l’impossibilità d’ingresso era stata comunicata loro prima di intraprendere il viaggio, non potendo Israele garantire la sicurezza dei suoi ospiti. Israele, quindi, si è comportato in maniera franca e corretta. Ho letto anche della volontà eventuale dei Cinque Stelle di riconoscere lo Stato Palestinese. Secondo quanto riporta la stampa, questo riconoscimento includerebbe le aree del Golan. Personalmente, invito il M5S a indicarci un partner a cui cedere la parte delle Alture del Golan in possesso di Israele. Spero non si voglia pensare di consegnarle in mano a gruppi terroristi quali Hezbollah o Al Qaeda. Detto questo, ribadisco che siamo contenti di aver invitato i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Israele e ci spiace che solamente parte delle notizie sulla loro visita sia stata pubblicata dai media. Ci sono stati, infatti, anche importanti incontri bilaterali con le controparti presenti nel Parlamento israeliano. Incontri che so essere andati in maniera proficua.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:05