Forze armate cinesi: piccole ma più efficaci

Con la crescita degli interessi nazionali ed i mutamenti geopolitici, Pechino si trova a dover fronteggiare ora problematiche sia regionali che internazionali e terrorismo, a dover tutelare la sicurezza degli interessi cinesi all’estero e le vie di comunicazione strategiche. Per proteggere la propria sicurezza nazionale, la modernizzazione dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla), in una struttura “più ampia, più integrata, multifunzionale e flessibile”, è diventata una necessità improrogabile.

Nel settembre del 2015, il presidente Xi Jinping aveva annunciato una riduzione dell’organico del Pla, attualmente l’esercito più grande al mondo, con circa 2,3 milioni di militari, di 300mila unità entro la fine del 2017, circa il 13 per cento dei militari. Una mossa che andrebbe a ridurre il numero di personale non combattente, come ad esempio quello con compiti amministrativi o lavoro accademico. I media ufficiali cinesi riportano che i tagli aiuteranno a riequilibrare la proporzione di forze tra i servizi, aumentando l’importanza della Marina e dell’Aeronautica. Alcuni giorni fa, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito che le forze armate cinesi dovranno essere più piccole, ma più efficaci. I tagli arrivano in un momento di incertezza economica e di rallentamento della crescita, mentre la leadership è alle prese con riforme economiche dolorose. La riforma dell’esercito popolare cinese è iniziata il 31 dicembre del 2015, ma sarà completata entro il 2020. Pechino aveva annunciato il 4 marzo scorso che avrebbe aumentato la spesa per la difesa di circa il 7-8 per cento nel 2016, l’aumento più basso in sei anni.

Il Washington Post riporta che la decisione è parte della riforma per modernizzare le forze armate, che si allontana dal vecchio modulo di comando dell’era sovietica, adottato da Mao Zedong, per puntare su armi ad alta tecnologia, come i jet stealth. Il mese scorso, la Cina ha presentato il suo caccia stealth, Chengdu J-20, per la prima volta con un flyby all’Airshow China, una mostra del settore. Nel 2014, l’esercito aveva mostrato un altro jet, lo Shenyang J-31. La Cina sta sviluppando entrambi i velivoli, non solo per la propria difesa, ma per venderli in concorrenza ai caccia costruiti negli Stati Uniti, Russia ed Europa. Parlando, nel corso di una riunione di due giorni sulla riforma, Xi Jinping ha detto che i militari devono adeguarsi ai tempi: “In caso contrario, le forze armate, considerate un tempo forti, diventeranno obsolete, o addirittura potrebbero collassare in un colpo solo”, ha detto Xi Jinping nei commenti riportati dall’agenzia ufficiale Xinhua News Agency. I militari della Cina hanno bisogno di porre più attenzione alla tecnologia piuttosto che ai numeri. “Si tratta di un inevitabile grande cambiamento - ha detto Xi Jinping alla riunione - Dobbiamo cogliere l’opportunità e fare progressi”.

Il governo cinese fa sapere che non ha intenti ostili, ma semplicemente ha bisogno di capacità in grado di difendere adeguatamente quella che oggi è ampiamente considerata come la seconda più grande economia del mondo. La Cina però con una posizione sempre più assertiva nel Mar Cinese Meridionale e Orientale e con questo nuovo ambizioso programma di modernizzazione militare, che include portaerei e missili antisatellite, sta creando nervosismo nella regione. La forza missilistica cinese ha una delle capacità di attacco più potenti al mondo. La Cina avrebbe attualmente almeno 1.200 missili balistici convenzionali, insieme ad una serie di missili da crociera. La sua forza nucleare, secondo Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), conterebbe su una riserva totale di circa 260 testate nucleari, un numero relativamente stabile finora, ma che starebbe lentamente aumentando.

(*) Country analyst think tank “Il Nodo di Gordio

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58