Marocco tra riforme  e corruzione

L’analisi e lo sviluppo di una democrazia non può ignorare la prevenzione del crimine, sensibilizzando alle corrette procedure giuridiche e muovendosi contro la corruzione. La corruzione è il principale ostacolo allo sviluppo economico e sociale poiché soffoca la crescita economica, compromette lo Stato di diritto e dilapida risorse preziose. Dove impera la corruzione le energie imprenditoriali sono restie ad investire considerando che svolgere un’attività in un clima non sicuro ha costi notevolmente elevati. La corruzione preclude ai cittadini e all’impresa la possibilità di realizzare il proprio potenziale minando la democrazia ed i diritti umani: le pietre miliari di una società equa e giusta.

Il Regno del Marocco ha lanciato la sua sfida alla corruzione. Tra le priorità del governo marocchino, le istituzioni hanno sviluppato e messo in pratica una serie di meccanismi per sradicare tale flagello, risparmiando le sempre più importanti risorse dello Stato e attirando investitori nel Paese nordafricano. Ovvero, creare le condizioni favorevoli per espandere la ricchezza e favorire un processo di democratizzazione delle istituzioni.

Tra gli sforzi oggettivi e pratici del Marocco per arginare il fenomeno della corruzione constatiamo il lancio, da parte dell’Autorità Centrale per la Prevenzione della Corruzione (Icpc), del portale on-line: “www.stopcorruption.ma”, che tenta di coinvolgere la popolazione all’utilizzo diffuso della Rete e dei social network. Il portale mira a raccogliere numerose informazioni relative alle pratiche e ai tentativi di corruzione, offrendo all’utente uno strumento sicuro di denuncia on-line.

Inoltre, al fine di limitare il fenomeno della corruzione, le autorità hanno introdotto una serie di meccanismi pratici, compreso il deferimento alla giustizia dei casi di corruzione segnalati nelle relazioni della Corte dei conti e una decisa facilitazione per le procedure burocratiche e amministrative relative agli investimenti, alla tassazione, alla creazione delle imprese, passaggi di proprietà e collegamenti diretti tra le reti che si occupano di energia elettrica e le imprese del settore agro-industriale. Tali misure comprendono anche la totale apertura e trasparenza per le gare di appalto legate ai servizi pubblici, prevenendo qualsiasi tentativo di corruzione in questo settore. Numerose sono anche le iniziative pubbliche che partiranno dal mese di febbraio.

Nell’ottobre del 2016 fu proprio il re Mohammed VI a chiedere un miglioramento nei servizi all’interno delle istituzioni pubbliche e la presenza di funzionari più competenti. Mosso da un senso di grande responsabilità, il re affermò che la riforma della pubblica amministrazione e dei servizi doveva essere il suo nuovo obiettivo prioritario da affrontare con urgenza. L’unico strumento universale giuridicamente vincolante contro la corruzione è la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, di cui attualmente sono firmatari 174 Stati.

Il Regno del Marocco ha ratificato la convenzione nel maggio 2005 adottando all’interno del proprio quadro giuridico elementi volti a garantire il rispetto ad una sana e trasparente concorrenza tra i diversi attori economici. Il fenomeno della corruzione, secondo il Fondo Monetario Internazionale, costa agli Stati enormi sperperi stimati tra i 1500 e i 2000 miliardi di dollari all’anno.

Il Marocco è tra gli Stati che stanno affrontando con caparbia questa problematica, consentendo un dialogo franco e costruttivo tra regioni e ordinamento giuridico.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:08