Messico, ancora un omicidio alla vigilia delle elezioni

Un intero corpo di polizia arrestato. È accaduto in Messico, alla vigilia delle elezioni di domenica 1 luglio, dove un altro candidato sindaco è stato ucciso, nel corso della peggiore campagna elettorale della storia messicana. Fernando Ángeles Juárez è stato ammazzato nella città di Ocampo. È il terzo a morire nello Stato di Michoacán, in appena sette giorni. Era un imprenditore di successo. Nel suo programma politico, la lotta alla corruzione figurava al primo posto. Juárez, candidato del partito di centro-sinistra Prd, è stato freddato giovedì scorso, davanti al portone di casa, crivellato dai proiettili esplosi da un gruppo di fuoco. Ad una settimana dal voto per le elezioni presidenziali è salito a cento il numero degli assassinii politici nel Paese. I messicani, in questo clima di terrore, devono esprimere un voto per decidere il nuovo presidente. Nel contempo, vengono rinnovati centinaia di consigli federali statali e municipali. Secondo la procura dello Stato di Michoacán, nell’uccisione di Juárez, è emerso fin da subito il coinvolgimento del segretario alla pubblica sicurezza Oscar González García. Per gli inquirenti sarebbe legato ai cartelli del narcotraffico.

Il fatto clamoroso riguarda il momento dell’arresto di García. Infatti, quando gli agenti federali sono arrivati a Ocampo per ammanettarlo, l’intero corpo di polizia locale li ha fermati, obbligandoli a desistere. Ma il giorno successivo, i federali hanno circondato l’intera città. A quel punto, i poliziotti locali sono stati costretti e deporre le armi. Così, sono stati tutti arrestati. Incluso García, naturalmente. La squadra di poliziotti “fedelissimi” del capo è stata condotta in manette a Morelia, nella capitale dello Stato. In Messico, un fatto è certo. I cartelli del narcotraffico, attraverso il sangue, stanno provando a condizionare la nuova geografia del potere, alla vigilia delle elezioni.

Aggiornato il 25 giugno 2018 alle ore 13:21