Ucciso a Doha il principale oppositore dell’emiro

“Si vede che il Qatar paga meglio dell’Arabia Saudita”. Negli ambienti diplomatici della Farnesina la vicenda di questa visita di Stato a sorpresa dell’emiro Tamim bin Hamad al-Thani che sarà ricevuto in pompa magna dal capo dello Stato Sergio Mattarella viene commentata così.

E la battuta ha un senso: al-Thani viene accolto da noi come una madonna pellegrina negli stessi giorni in cui arriva dal Qatar la conferma dell’uccisione del suo principale oppositore politico. Condannato a morte dopo una fatwa che risale addirittura ad anni orsono emessa da un imam dei Fratelli Musulmani, quelli sponsorizzati e finanziati dal Qatar per anni nella guerra contro Israele e l’Occidente. Un po’ come programmare la visita di Bin Salman dell’Arabia Saudita proprio ora che è travolto dalle polemiche sui mandanti dell’omicidio di Jamal Ahmad Khashoggi.

Scrive Almaghrebiya, giornale che fa riferimento alla ex deputata di Forza Italia Souad Sbai, che Khalid Al-Hail sarebbe stato eliminato pochi giorni fa in un carcere segreto a Doha. Cioè la capitale del Qatar. E spiega il movente del suo assassinio: “Al-Hail, un uomo d’affari che viveva in esilio a Londra, fondatore e presidente del Partito Democratico Nazionale del Qatar (Qndp), che sostiene una monarchia costituzionale nell’emirato. Nel 2010, Al-Hail ha contribuito a formare il movimento di soccorso giovanile del Qatar. Nel 2014, lo stesso Al-Hail dichiarò che il movimento era arrivato a 30mila supporters. Nello stesso anno, Al-Hail dichiarò di essere in possesso di più di 9mila documenti che dimostrano la corruzione della famiglia reale del Qatar, e quel punto Yusuf al-Qaradawi, la guida spirituale dei Fratelli Musulmani, emise una fatwa contro di lui.

Tutto chiaro, quindi. Salvo il perché di questa visita di Stato in Italia alquanto inopportuna di questo Emiro che in passato ha finanziato il terrorismo islamico e l’Isis.

Aggiornato il 20 novembre 2018 alle ore 11:28