L’onda dei Wagner russi si allunga sulla Repubblica Centrafricana

L’Onu ha classificato la Repubblica Centrafricana come il secondo Paese meno sviluppato al mondo. Dal 2013 è precipitata in una cruenta guerra civile e anche se vaste aree di territorio continuano a sfuggire al controllo di Bangui, dal 2018 l’intensità dei conflitti è diminuita. Inoltre, dal 15 ottobre il presidente Faustin-Archange Touadéra ha decretato un cessate il fuoco unilaterale del suo esercito e dei suoi alleati nella guerra contro i ribelli. Ma dal decretarlo ad attuarlo scorre qualche differenza.

In questo contesto di instabilità, un mese fa le Nazioni Unite avevano espresso rammarico e timori per il legame creato dal Governo Centrafricano con il “sulfureo” gruppo russo di sicurezza, pseudo-privato, Wagner. Le accuse, tendenzialmente strumentali delle Nazioni Unite e della Francia, sono dirette alle violenze che i mercenari russi pare abbiano esercitato verso la popolazione civile. In realtà, i timori sono causati dalla solida cooperazione esistente tra le forze centrafricane e i paramilitari russi, che insieme sostengono dall’inizio dell’anno una vasta controffensiva contro i gruppi ribelli. Riferiscono informatori delle Nazioni Unite che sono state ricevute segnalazioni secondo cui membri del Gruppo Wagner hanno commesso violenze sessuali contro donne e uomini in molte parti del Paese, aggiungendo che conteggiare queste violenze è quasi impossibile, perché le vittime hanno timore di intraprendere azioni legali per paura di ritorsioni.

A marzo, esponenti Onu avevano rilevato che si erano verificati gravi casi di violazione dei diritti umani, anche a carico dei Wagner, tra cui atti di tortura, detenzioni arbitrarie, esecuzioni e sparizioni. Così, all’inizio di ottobre, le autorità di Bangui hanno preso atto di alcune delle accuse formulate a marzo dall’Onu, in particolare su crimini e atti di tortura, commessi principalmente da ribelli ma anche da soldati centrafricani e dai loro alleati istruttori russi. Nel frattempo, l’Unione europea – il 15 novembre – ha annunciato che è allo studio un programma di sanzioni da applicare contro i mercenari Wagner per le loro attività militari in Mali. In più nuove rivelazioni dei servizi diplomatici europei affermano il passaggio di almeno un battaglione della Repubblica Centrafricana sotto il diretto controllo dei Wagner. Altre informazioni indicano che, nella Repubblica Centrafricana, un battaglione istruito dai militari dell’Unione europea sarebbe sotto il controllo del gruppo mercenario russo. A conferma di tale notizia il sito di Bruxelles Euobserver, lunedì 29 novembre, ha segnalato – sulla base di un rapporto redatto due settimane fa dal Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) – che i Wagner adesso guidano queste truppe addestrate dagli europei, nell’ambito dell’Eutm-Rca, ovvero l’European Training Mission nella Repubblica Centrafricana.

Tanto per fare un quadro anche economico di queste missioni, ricordo che l’Eutm-Rca fu resa operativa nel 2016 e prorogata fino a settembre 2022; questa missione di addestramento per le forze di sicurezza centrafricane coinvolge circa trecentosessanta persone e dispone di un budget annuale di circa 17 milioni di euro. La missione consultiva Eumam Rca, ovvero Missione di consulenza militare all’esercito centrafricano, coinvolge circa settanta persone e ha un budget annuale di 11,2 milioni di euro. La Minusca, Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana, raccoglie ancora quasi 15mila uomini. Risulta che il gruppo Wagner, indicato come Ru/Wg dai burocrati europei, abbia “diverse centinaia” di membri nella Repubblica Centrafricana, mentre pare che siano presenti duemilaseicento militari russi. Tuttavia, Mosca riconosce ufficialmente la presenza di soli 1.135 “istruttori disarmati”.

Il rapporto del Seae indica che i Wagner, combattendo la ribellione armata ostile al regime del presidente Faustin-Archange Touadéra, puntano a ipotecare per Mosca l’acquisizione delle risorse minerarie presenti nell’ovest e nel centro del Paese. A est, le forze russe sono schierate da tempo in aree naturali protette, ma i Servizi europei di controllo tendono a mettere in dubbio sia gli obiettivi che la loro ubicazione. I responsabili del documento prodotto dal Servizio europeo per l’azione esterna affermano che la maggior parte delle truppe centrafricane presenti sul terreno sono oggi “sotto il diretto comando o supervisione dei mercenari del Gruppo Wagner”, che esercita anche “una solida influenza sulle altre istituzioni governative”. Secondo fonti diplomatiche, il battaglione di fanteria territoriale 7 delle Forze Armate Centro Africa (Faca), istruito dai militari Ue, sarebbe esso stesso sotto il controllo del gruppo Wagner, confermando i solidi legami tra il personale degli eserciti centroafricani e i mercenari russi. Le “fonti” sottolineano che la scarsa “connessione” tra le truppe governative facilita gli organizzati ufficiali Wagner ad assumere il ruolo di comando di dette truppe. Nella Repubblica Centrafricana si sta verificando quello che Francia e Onu stanno subendo e osteggiando nell’area del Sahel, cioè un incontenibile spostamento dei legami, dei contatti e degli interessi degli Stati della Regione verso Mosca. La credibilità esercitata “sul campo” dai Wagner fa esplodere la “passione” di molti politici africani verso il Cremlino.

Aggiornato il 02 dicembre 2021 alle ore 10:21