Come spesso accade nei confusi meandri delle indagini e delle informazioni (non solo africane), l’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, avvenuta in Congo nel febbraio di due anni fa insieme a quella del carabiniere Vittorio Iacovacci e di un autista congolese del Wfp (Programma alimentare mondiale), Mustapha Milambo, sin da subito ha presentato aspetti tendenzialmente nebulosi. I fatti sono questi: le tre vittime hanno perso la vita a seguito di un’imboscata organizzata nei pressi del Parco nazionale di Virunga, nel Nord Kivu, provincia ubicata nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e afflitta da quasi trent’anni dalla violenza dei gruppi armati “vagamente” anarchici.

La dinamica dell’attentato fu immediatamente documentata da eloquenti foto scattate dai presenti, e da testimonianze dirette. Tuttavia, non fu chiaro, nemmeno alle autorità congolesi, perché l’Ambasciatore italiano in Congo si trovasse su quella rotta. Da allora le indagini portarono a una serie di arresti. Nel gennaio del 2022 la polizia congolese aveva annunciato di aver scovato i presunti autori dell’attentato. Dalle testimonianze raccolte, questi criminali inizialmente non sembravano essere intenzionati a uccidere l’ambasciatore, bensì volevano rapirlo a scopo di estorsione, per poi chiedere un milione di dollari per la sua liberazione. Ad ottobre del 2022 sei sospettati, cinque in carcere e uno ancora latitante, sono stati messi sotto processo. L’udienza era iniziata il 12 ottobre ma era stata subito sospesa su richiesta degli avvocati della difesa, che avevano voluto poter prendere visione del fascicolo. Il congolese accusato di essere l’autore della sparatoria mortale, Marc Nshimiyimana, è stato indicato dal suo coimputato Amidu Sembinja Babu, alias Ombeni Samuel – un ex militare disertore che si è unito ai ribelli dell’M23 nel 2012 e ritenuto coinvolto in diversi rapimenti e tentativi di rapimento nell’est del Paese – come colui che ha “sparato all’ambasciatore” Attanasio.

Ciononostante, Marc Nshimiyimana, detenuto nella prigione militare di Ndolo, davanti al giudice del tribunale militare del presidio di Kinshasa-Gombe, parlando in lingua swahili ha sostenuto, durante l’udienza durata quasi quattro ore, di non avere mai toccato un’arma e di non sapere della morte dell’ambasciatore. Inoltre, ha affermato di aver firmato il verbale di confessione dopo essere stato violentemente picchiato. Nel caos del processo anche Amidu Sembinja Babu ha negato di aver denunciato Marc, precisando di essere analfabeta e di non sapere cosa abbiano scritto nei rapporti che lui ha firmato con la propria impronta digitale. Il sesto accusato è in fuga ed è giudicato in contumacia. Tutti sono accusati di omicidio, associazione per delinquere, detenzione illegale di armi e munizioni da guerra.

Il loro avvocato, Me Eddy Kapepula Kanya, aveva evidenziato che i suoi clienti sono stati torturati e che non è stata trovata l’arma del delitto. Comunque, oltre all’articolato processo non ancora concluso, che ha degli aspetti anche familiari, la figura di Attanasio era apprezzata e ritenuta costruttiva dalla comunità congolese. Tanto che da mercoledì 23 febbraio l’Avenue Mongala nel Comune di Gombe nel distretto di Lukunga, a nord Kinshasa, ha cambiato nome, diventando l’“Avenue Ambassadeur Luca Attanasio”.

Questa è stata la decisione presa dal Governo provinciale. Sulla sua pagina Facebook, il governatorato di Kinshasa spiega che tale cambio di nome vuole onorare la memoria dell’ambasciatore italiano ucciso con la sua guardia del corpo, della stessa nazionalità, e l’autista congolese, il 22 febbraio 2021 nel territorio di Nyiragongo (Kivu settentrionale). Un riconoscimento importante, da un punto di vista simbolico, che denota una sensibilità politica di notevole spessore. Anche se il processo andrà per le lunghe, e magari affogherà nei dubbi di una vicenda probabilmente manipolata, la cui realtà sarà difficile da conoscere, magari la titolazione da un punto di vista della toponomastica renderà sempre verde la memoria e l’interesse per un efferato omicidio dai margini confusi.

Aggiornato il 01 marzo 2023 alle ore 10:19