Taiwan e l’allarme sulla disinformazione delle dittature

L’esistenza di Taiwan è uno spiraglio geopolitico contro il dispotismo e l’autoritarismo e l’Italia dovrebbe iniziare a comprendere con serietà e determinazione l’importanza di sviluppare ulteriori legami, economici, politici e diplomatici con un Paese altamente sviluppato e intensamente democratico.

Mentre la stampa italiana è impegnata nell’analizzare le motivazioni dietro la segretissima missione a Taiwan del vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, e della senatrice Elena Murelli, anche lei del partito di Matteo Salvini, si è svolto presso la Sala capitolare del Senato, il convegno Difendere la democrazia contrastando la disinformazione, con la partecipazione dell’Ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia e dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Un incontro che ha consentito agli esperti, agli analisti geopolitici e ai politici italiani di conoscere il Global Cooperation and Training Framework (Gctf), nato nel 2015 da un Memorandum of Understanting firmato da Stati Uniti e Taiwan, che nei sette anni successivi ha coinvolto esperti, funzionari e rappresentanti della società civile di circa 125 Paesi. Il dibattito ha preso il via con i saluti iniziali del rappresentante di Taipei in Italia, l’ambasciatore Vincent Y.C. Tsai che, dopo aver espresso cordoglio a nome del governo e del popolo di Taiwan per la scomparsa di Silvio Berlusconi, ha evidenziato come sia fondamentale la collaborazione tra le istituzioni democratiche al fine di proteggere i valori della democrazia dagli attacchi di quelle realtà geopolitiche che vogliono minarne la stabilità attraverso la confusione generata dalla disinformazione.

L’organizzatore della conferenza, il senatore Giulio Terzi ha ricordato il prezioso ruolo di Taiwan nella lotta contro la disinformazione e per la promozione dei valori universali della democrazia. Terzi ha messo in evidenza il sodalizio russo-cinese ormai attivo dal 2014, dopo le annessioni della Crimea e di alcune isole nel Mare Cinese meridionale, a cui va aggiunto il sostegno di alleati come Iran, Corea del Nord, Venezuela e Cuba. L’ambasciatore e già ministro degli Esteri ha ricordato la dichiarazione finale del G7 di Hiroshima in cui i presidenti hanno riaffermato l’impegno comune a proteggere l’informazione, sostenendo la libertà dei media e azioni giuridiche per arginare le manipolazioni e le interferenze, esercitate con atti di disinformazione volti a minare la fiducia nelle istituzioni democratiche. I lavori al Senato sono stati particolarmente efficaci nel canalizzare l’attenzione sull’importanza del sistema delle sanzioni a livello europeo, proposte dalla Commissione speciale del Parlamento europeo, sulle ingerenze straniere, affinché sia possibile agire rapidamente per limitare temporaneamente la trasmissione di alcuni canali di propaganda, in particolare, dopo l’ingiustificata aggressione russa contro l’Ucraina.

I relatori hanno denunciato cosa può accadere se si sottovalutano le pericolose operazioni ibride e informatiche di Pechino, invitando i governi democratici a non restare inerti di fronte alle minacce per la sicurezza nazionale ed europea. L’ultimo panel dei lavori ha visto la partecipazione di Po-yu Tseng (co-fondatrice di Kuma Academy e già Vice ceo di Doublethink Lab); di Joe Holliday (cto di Microsoft Digital Threat Analysis Center); di Andrea Miconi (professore di Sociologia dei Media all’Università Iulm) e, in collegamento da Bruxelles, Maria Chiara Zannini (Information and Communication Officer in Stratcom) per affrontare la tematica delle metodologie messe in atto per contrastare la disinformazione, evidenziando al contempo non solo la strada compiuta sino ad oggi ma anche quella ancora da compiere e le sfide da intraprendere al fine di salvaguardare il bene più prezioso che possediamo: la libertà e la democrazia.

Aggiornato il 16 giugno 2023 alle ore 11:47