Costa Rica e tutela della biodiversità alimentare

Gli impatti ambientali più significativi del settore agricolo si manifestano sull’integrità e la diversità biologica, per la perdita di geni, specie, habitat, ecosistemi e la semplificazione del paesaggio. A livello internazionale viene riconosciuto come cruciale affrontare le tendenze nei sistemi alimentari e proteggere l’enorme risorsa costituita dall’agro-biodiversità.

Se si pensa che tutto il cibo proviene direttamente o indirettamente dai semi, e che il mercato mondiale del seme, un mercato che vale miliardi di dollari è per oltre il 50 per cento nelle mani di poche grandi multinazionali, alcune delle quali controllano contemporaneamente un altro mercato multi miliardario oltre a quello dei semi, cioè quello dei pesticidi, possiamo comprendere l’importanza di tutelare, classificare, proteggere e monitorare lo stato attuale della biodiversità alimentare del nostro globo.

Un paese che ha deciso di dedicare la giusta attenzione, stanziando risorse, infrastrutture e finanziando ricerca scientifica per la conservazione della biodiversità alimentare è la Costa Rica.

Gli scienziati della Costa Rica stanno conservando semi preziosi raccolti da decenni come arma di difesa contro l’insicurezza alimentare e i cambiamenti climatici. Circa 6.200 campioni, che rappresentano più di 125 specie diverse di piante alimentari, sono conservati al Catie, il Centro per la ricerca e l’insegnamento dell’agronomia tropicale. Situato vicino alla città di Turrialba, a circa sessanta chilometri dalla capitale San José, ospita la seconda più grande collezione al mondo di semi di zucca, insieme ad altre colture come caffè, cacao e peperoncino. I semi raccolti dal 1976 sono stati conservati “per usi attuali o futuri”, rilanciano dal Centro scientifico.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) stima che il 9,2 per cento della popolazione mondiale, ovvero 735 milioni di persone, soffrirà la fame nel corso di quest’anno, mentre il cambiamento climatico sta colpendo sempre più le colture. Oltre a fornire l’accesso a semi che altrimenti sarebbero scomparsi, la collezione di fama mondiale funge anche da archivio genetico, in un momento in cui le sementi vengono sempre più modificate per aumentare la produttività delle colture.

Secondo la Fao, le banche dei semi aiutano a preservare “le varietà più adatte” per una determinata regione. “Poiché il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sulla produzione agricola, è molto importante coltivare le varietà locali, che hanno un alto grado di diversità genetica, poiché queste varietà hanno la capacità di resistere e adattarsi meglio agli stress e ai cambiamenti ambientali”, ribadiscono gli esperti della Fao.

I semi della Costa Rica vengono conservati a scopo di ricerca, per l’ingegneria genetica, per produrre esemplari più resistenti ai parassiti, alle malattie o ai cambiamenti climatici, o per sostituire specie in via di estinzione. Altri semi più sensibili, come quelli degli alberi da frutto, vengono successivamente coltivati, per diffondere culture autoctone, sviluppare ulteriore ricerca scientifica e tutelare gli agricoltori dalla perdita della biodiversità locale.

Il Centro di ricerca della Costa Rica è divenuto un punto di riferimento nell’analisi, nell’istruzione e nell’innovazione per gli agricoltori e la cittadinanza dell’America Latina e dei Caraibi, lavorando quotidianamente alla generazione di un equilibro tra l’utilizzo e la protezione degli ecosistemi e dell’agricoltura tipica del territorio tropicale.

Aggiornato il 03 agosto 2023 alle ore 16:05