I profughi siriani, i bambini e l’attenzione di “We Are” Odv

L’attualità siriana, la sofferenza dei bambini vittime del conflitto e il dramma dei rifugiati non sono più notizie degne di attenzione da parte della grande informazione e non meritano discussione e dibattito tra le forze politiche.

Tuttavia, il reintegro del presidente Bashar Al-Assad ha segnato la vittoria de facto delle forze governative nel conflitto. I Paesi arabi, fatta eccezione per il Kuwait e il Qatar, hanno riconosciuto la legittimità del regime baathista, una mossa pragmatica e crudele dettata dal bisogno di ridurre l’instabilità nella regione.

Secondo l’Unhcr, sono più di 6 milioni gli sfollati interni al Paese e più di 5 milioni i siriani attualmente rifugiati in Paesi stranieri, tra i quali spiccano la Turchia, il Libano e la Giordania. Questi ultimi si sono inizialmente mostrati solidali ed accoglienti nei confronti del popolo siriano, ma il prolungarsi della guerra e i problemi interni ai Paesi ospitanti hanno eroso la tolleranza locale e creato un clima ostile per i rifugiati siriani, che ora rischiano sempre di più il respingimento o il rimpatrio forzato.

L’associazione bolognese “We Are” Odv, che quest’anno festeggia i dieci anni di attività, continua a svolgere la sua missione di accoglienza e solidarietà nei confronti dei bambini e dei rifugiati e nel corso della sua ultima missione a Kilis, cittadina ubicata sul confine turco siriano, gli attivisti hanno registrato un’ulteriore sofferenza per le famiglie dei rifugiati, causata dal terremoto dello scorso febbraio.

L’ultima missione di We Are ha richiamato l’attenzione sull’importanza di continuare a sostenere i bambini rifugiati e sulla necessità di acquistare delle sedie a rotelle elettriche per coloro che devono continuare a vivere con una situazione di disabilità che è stata generata dal conflitto o dalle torture del regime di Assad.  Nella cittadina al confine turco siriano, a causa delle stradine dissestate e della necessità di dover comunque percorre ragguardevoli distanze in queste condizioni, le sedie a rotelle dei rifugiati sono sgangherate, diventando non solo scomode ma inaffidabili. Durante la missione, l’associazione guidata da Enrico Vandini, ha costatato che a Kilis c’è una fabbrica di sedie a rotelle elettriche. Una notizia importante in quanto il trasporto costerebbe praticamente pochissimo e in caso di guasti o per eventuali ricambi, i rifugiati locali saprebbero dove andare. Tutte le lungaggini burocratiche e le incognite doganali sarebbero evitate.

We Are chiede aiuto proprio per acquistare le sedie a rotelle elettriche direttamente dal produttore e con un notevole risparmio. L’associazione ha identificato i costi che per ogni sedia a rotelle elettrica sono di circa 800 euro. We Are ha registrato che attorno alla struttura che segue a Kilis, sono 35 i rifugiati che ne hanno assoluta necessità e solo la solidarietà può davvero fare la differenza. Inoltre, l’associazione ha rimarcato la necessità di acquistare pannoloni per adulti e sacche urinarie con catetere ma, per evitare costi e burocrazia per la spedizione, si sta procedendo ad acquistare anche questo materiale direttamente in Turchia.

Una situazione straziante per tantissime famiglie di rifugiati. La popolazione siriana in Turchia si è divisa tra coloro che tuttora subiscono diverse discriminazioni e violenze, e coloro che hanno mostrato gratitudine e desiderio di coabitazione con la società ospitante. Lo stesso governo turco è considerato il primo fornitore di assistenza, tramite l’applicazione di politiche integrazioniste, come il miglioramento delle possibilità di impiego e della formazione professionale. Attualmente, il piano di sviluppo 2019-2023 della Presidenza turca rivendica il rafforzamento dell’architettura burocratica in materia di migrazione, con l’obiettivo di sostenere l’integrazione economica e sociale dei rifugiati. Tuttavia, risulta in crescita il sentimento di disagio causato dalla presenza di profughi nei centri urbani, oltre al timore del diretto coinvolgimento della Turchia nel conflitto siriano e alla situazione nell’area nord-occidentale della Siria, dove i gruppi avversari al regime del Presidente Assad godono del supporto di alti esponenti dell’esercito turco.

Aggiornato il 12 settembre 2023 alle ore 12:48