L’Unione europea e i dazi sul grano russo

Il vertice dei capi di Stato e di Governo a Bruxelles ha formalizzato la sua proposta per i dazi maggiorati sul grano russo. l’Eurosummit vuole colpire in questo modo il Cremlino, con imposte elevate sull’importazione di cereali, semi oleosi e prodotti agricoli derivati provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia. Grano, mais e farina di girasole saranno gli alimenti più colpiti. Queste misure, anticipate ieri dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, saranno oggi sul tavolo dei 27, al quale è seduta anche la premier Giorgia Meloni.

I nuovi dazi “renderanno le importazioni di questi prodotti commercialmente inattuabili”, ha spiegato il vicepresidente dell’esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis. Questo perché le imposte aumenteranno a 95 euro per tonnellata oppure avranno un valore del 50 per cento del bene importato. I dazi sul grano russo “ridurranno la capacità della Russia di sfruttare l’Ue a vantaggio della sua macchina da guerra”, ha aggiunto von der Leyen. Le misure commerciali proposte dalla Commissione serviranno a “mitigare il crescente rischio per i nostri mercati e i nostri agricoltori” ha spiegato la presidente, evidenziando che l’Unione sta “raggiungendo il giusto equilibrio tra il sostegno all’economia e alle comunità agricole”. Ursula von der Leyen ha ricordato che “allo stesso tempo, manteniamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina” e “a preservare la sicurezza alimentare globale, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo”, ha concluso la presidente della Commissione.

I nuovi dazi maggiorati serviranno anche a contrastare la strategia di Mosca per cui il grano ucraino viene sequestrato illegalmente in Ucraina, per poi essere etichettato come “russo” ed esportato in Europa. L’aumento delle tariffe, inoltre, è previsto anche per la Bielorussia “alla luce degli stretti legami politici ed economici con la Russia” e per impedire al Cremlino di incanalare le merci verso l’Ue utilizzando il territorio bielorusso per eludere i dazi.

Se da una parte le nuove imposte porteranno a un taglio delle importazioni dei due paesi di quasi 5 milioni di tonnellate all’anno, dall’altra c’è timore – da parte dei consumatori soprattutto – che questa manovra europea porti a una carenza di approvvigionamenti. La risposta della Commissione sta nel sostegno da parte di Paesi terzi che già riforniscono il mercato dell’Unione, come Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Serbia e Argentina. La carenza di offerta “sarà parzialmente colmata dalla produzione interna dell’Ue, a beneficio degli agricoltori europei”, ha specificato Ursula von der Leyen.

Aggiornato il 22 marzo 2024 alle ore 15:38