Il Canada e l’Online News Act per la tutela dell’informazione

Il grande dibattito internazionale sulle nuove modalità del giornalismo innovativo e digitale e la crescita delle fake news, utilizzate come strumento di pressione geopolitica, vede intervenire le istituzioni del Canada che tentano di affrontare tale tematica con una progettualità giuridica adeguata alla contemporaneità del giornalismo. Il web è il luogo principale dove i canadesi consultano la maggior parte delle notizie, riservando una grande importanza ai social network per informarsi. Con l’affermarsi del digitale, la carta stampata nel Paese non riesce più a crescere e numerosi sono gli analisti che richiamano l’attenzione sulla facilità di diffusione di notizie fuorvianti e di disinformazione. Un anno fa, l’istituto statistico canadese “Statisticis Canada” riportava che “i guadagni concreti degli editori canadesi sono scesi a 2.1 miliardi di dollari canadesi nel 2020, un calo del 21.9 per cento rispetto all’anno 2018”. A rilanciare la problematica è Tony Loffreda, il senatore canadese di origini italiane, che richiama l’attenzione istituzionale sul pericolo che stanno correndo le testate giornalistiche e i quotidiani delle minoranze etniche che rischiano di scomparire. Dallo scorso ottobre, “nove grandi quotidiani cittadini hanno smesso di stampare le edizioni locali a causa della perdita degli introiti pubblicitari e le imprese investono sempre più nella pubblicità dei colossi tecnologici”, rilancia il senatore.

Nel Paese dell’innovazione e della sostenibilità, anche le organizzazioni giornalistiche stanno tentando di affrontare il cambiamento globale dell’informazione, rinnovando il proprio approccio commerciale e il modello di affari e il governo federale è intervenuto con la presentazione di un nuovo disegno di legge. La proposta dell’Online News Act, il disegno di legge C-18, elaborato sul modello della normativa australiana, sta suscitando molto interesse nei confronti degli operatori dell’informazione e il dibattito è esploso anche tra i cittadini. Il disegno di legge mira a inquadrare nuove garanzie di mercato per l’accesso alle notizie digitali canadesi, garantendo informazioni corrette e verificate dalle testate locali indipendenti e monitorando l’adeguato compenso economico per i giornalisti e gli operatori della stampa. Sostanzialmente, i colossi digitali dovranno negoziare accordi economici con i media canadesi per essere autorizzati a diffondere i contenuti dei media locali e nazionali sulle piattaforme online. La proposta di legge proibisce agli operatori digitali di appropriarsi di notizie giornalistiche in modo discriminatorio o dando risalto a preferenze di contenuti giornalistici, generando svantaggi irragionevoli e concorrenza sleale tra le testate giornalistiche.  D’altra parte, gli editori e i giornalisti devono aderire alle organizzazioni giornalistiche riconosciute, seguirne il codice etico o avere un proprio codice etico in cui gli standard di condotta professionale siano ancorati a principi inviolabili quali l’inclusività, l’indipendenza e il rigore professionale nel riportare le notizie e gestire il rapporto con le fonti. Peralto, Google Canada ha commissionato un sondaggio online sulla proposta legislativa C-18, dal quale è emerso il grande interesse dei cittadini per una certificazione di autenticità delle notizie presenti in rete e un approccio etico che miri a salvaguardare la vita delle piccole redazioni. L’iter di approvazione del Bill C-18 non sarà semplice e diviene interessante anche per gli operatori italiani ed europei osservare il dibattito in corso in Canada tra gli operatori delle piattaforme online, gli editori e le organizzazioni dei giornalisti che chiedono compensi adeguati al lavoro dei giornalisti. La transizione digitale è una tematica da affrontare con attenzione per il giornalismo contemporaneo e diviene necessario garantire la corretta informazione, il diritto umano alla conoscenza e l’affidabilità della stampa per il grande pubblico e per le istituzioni. “Per una democrazia è fondamentale che i cittadini siano ben informati e conoscano le tematiche legislative prima di prendere decisioni importanti”, ribadisce il senatore Loffreda. In conclusione, anche le Nazioni Unite hanno affermato: “Se i media indipendenti di interesse globale non possono affermarsi nel panorama dell’informazione, la disinformazione crescerà, i giornalisti saranno ulteriormente a rischio e il diritto alla conoscenza per i cittadini sarà ulteriormente compromesso”.

Aggiornato il 13 febbraio 2023 alle ore 12:37