La vita è un fenomeno quantistico

Che la vita sia un fenomeno quantistico è stato Erwin Schrödinger a capirlo e predirlo nel 1944. Significa che tutti noi − così come tutti gli organismi viventi − siamo e “funzioniamo” come un sistema complesso che non può essere ridotto alla somma dei suoi componenti. Ogni sistema vivente ha questa proprietà.

Un protone ed un elettrone danno luogo ad un atomo di idrogeno le cui proprietà non sono la somma delle proprietà del protone e di quelle dell’elettrone. Così come le proprietà della molecola d’acqua, che è costituita da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno, non sono la somma delle proprietà dell’idrogeno e quelle dell’ossigeno. Nei sistemi fisici ciò che è rilevante è la totalità, che è data dalla organizzazione collettiva dei componenti, dal loro insieme di relazioni.

Un insieme di molecole d’acqua può dare luogo, a seconda dell’ambiente in cui è inserito, al vapore, al liquido o al ghiaccio. Sono le proprietà collettive dei componenti e la dinamicità del sistema ad essere importanti per la comprensione del nostro “funzionamento”. Caravaggio, “pittore della luce”, ha figurativamente rappresentato, nei suoi capolavori, il “ponte” tra la materia e l’energia raffigurato, appunto, dalla luce – cioè, nel linguaggio moderno, dal campo elettromagnetico − affermando che “senza energia non v’è colore, non v’è forma, non v’è vita”.

La materia non è altro che energia “consolidata”, “solidificata”. Possiamo intuirlo grazie alla fisica quantistica. Si pensi all’insieme di strutture filamentose noto, nella medicina orientale, come il sistema dei meridiani. Il sistema di trasporto di materia e di energia, le reazioni chimiche si addensano lungo strutture monodimensionali che si dissolvono al momento della morte senza lasciare traccia. Si è potuto cominciare a capire qualcosa grazie all’elettrodinamica quantistica e alla fisica dei processi collettivi non lineari, oltre la fisica classica.

Si prenda la rete di filamenti all’interno delle nostre cellule − cellule vive − che chiamiamo citoscheletro. La quasi totalità dei processi − energetici e chimici − si svolge lungo il citoscheletro in cui gli elementi continuano ad apparire e scomparire e poi scompaiono del tutto con la morte della cellula. Il sistema dei meridiani svolge all’interno del citoplasma, ovvero del mezzo extra cellulare o liquido omogeneo, la stessa funzione del citoscheletro all’interno della cellula.

Ma come si trasmette l’energia?

I solitoni sono onde lunghissime che si verificano in molti ambiti fisici: nell’atmosfera, negli oceani, nei cristalli, nelle fibre ottiche, nei sistemi viventi. Sono in grado di propagarsi a distanza immensa senza perdere forma ed energia. A differenza delle onde lineari che possono elidersi quando si incontrano, i solitoni restano invariati a fronte di reciproca collisione. Due solitoni incontrandosi, in sostanza, si attraversano senza modificarsi. Questa proprietà li rende particolarmente adatti a trasportare l’informazione contenuta nelle proprie modulazioni, infatti sono usati per trasmettere informazioni lungo le fibre ottiche. Onde che non si infrangono. Onde che continuano come se nulla fosse intersecandosi e/o scontrandosi contro altre onde. Le onde solitoniche sono quindi molto diverse da ciò che sappiamo sulle onde lineari. In esse vi è non linearità.

È stato, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, il biofisico Aleksandr Sergeevich Davydov, studiando la trasmissione a grande distanza dell’energia nelle fibre muscolari - e nella respirazione, o nella fotosintesi - a capire e dimostrare che i solitoni hanno un ruolo determinante nel trasporto dell’energia e della informazione nei sistemi viventi. Molto simile è la propagazione del “Chi”, ovvero l’energia nella medicina orientale, nei meridiani.

Si pensi alla respirazione. L’inalazione di ossigeno produce nell’organismo un insieme di reazioni chimiche che conduce alla liberazione di elettroni che abbandonano la molecola di appartenenza e cominciano a propagarsi all’interno degli enzimi. Questi enzimi sono grosse molecole al cui interno vi sono proteine avvolte in specifiche eliche − eliche Alfa − che constano di sequenze di specifici monomeri. L’elettrone viaggiante polarizza in modo debole ma significativo i monomeri attigui provocando una deformazione della catena dell’elica che, a sua volta, modifica l’interazione elettrone-catena. Quando la frequenza del campo elettromagnetico coincide con una frequenza tipica del particolare solitone, risuonando, fa sì che il solitone perda energia e questa perdita si ripercuota sull’elettrone che si libera emettendo onde elettromagnetiche, e il solitone sparisce. Ecco come i campi elettromagnetici sono in grado di produrre rilevanti effetti biologici quando la loro frequenza coincide con determinati valori caratteristici. La scomparsa dei solitoni indotta dal campo elettromagnetico risonante implica i mutamenti nell’organismo.

I campi elettromagnetici consentono ai solitoni di interagire tra loro. Si apre una sorta di “dialogo” tra i solitoni, i quali “cantano” al ritmo dei loro campi elettromagnetici: il cosiddetto “effetto antenna”. Cominciano a cantare “in fase” e, quando si raggiunge questo sincronismo, l’energia irraggiata dai solitoni non è più proporzionale al numero di elettroni ma al loro quadrato. Con una debole spesa energetica i solitoni possono dare luogo a segnali di rilevante intensità. La sintonizzazione delle frequenze implica l’eguaglianza delle velocità di propagazione dei solitoni e, in conseguenza, la sincronizzazione delle funzioni biologiche governate da essi.

Nelle lunghe catene molecolari circondate da guaine acquose − vere e proprie fibre ottiche dell’organismo − il campo elettromagnetico si auto-intrappola e viaggia senza attenuazione per tutto l’organismo trasmettendo alle sue parti i segnali prodotti in siti ben definiti. Il sistema dei meridiani coincide anatomicamente con le lunghe catene molecolari presenti nel connettivo che costituiscono la guida d’onda per il trasporto dell’energia e dei segnali elettromagnetici attraverso i solitoni.

Negli organismi vegetali viventi − nelle piante − l’energia scorre analogamente. La clorofilla è il pigmento verde delle foglie in grado di assorbire la luce e permettere alle piante di realizzare la fotosintesi. Nelle cellule vegetali la clorofilla si trova in organuli cellulari detti “cloroplasti”. La clorofilla è simile chimicamente all’emoglobina, proteina umana essenziale contenuta nei globuli rossi che permette il trasporto dell’ossigeno (il nostro sangue è composto fino al settantacinque per cento di emoglobina). La clorofilla cattura la luce del sole trasformandola in energia chimica. A sua volta l’energia prodotta attraverso il processo di fotosintesi serve a trasformare l’anidride carbonica assorbita dall’aria in zuccheri e carboidrati ovvero il nutrimento fondamentale per l’alimentazione delle piante.

È evidente quindi che non esiste solo ciò che è lineare, chimico, anatomico, ma che si devono indagare fenomeni nuovi e reali quali la non località, l’entanglement, l’olografia, le capacità delle eliche Alfa delle proteine di trasmettere l’informazione attraverso i solitoni (le onde solitoniche) a dissipazione di energia zero, e l’energia del vuoto che nella fisica classica è chiamato vuoto, ma che tale non è perché si tratta di energia e particelle che fluttuano, oscillano.

Dobbiamo capire come la vita si esprima nel mondo quantistico, che è la realtà. E sapere che si producono effetti biologici e terapeutici mediante l’informazione elettromagnetica: le ossa si possono rimodellare senza interventi chirurgici, le lesioni cerebrali ritenute irreversibili si curano fino a muoversi e camminare, le falangi staccate dal corpo si rigenerano nei tessuti grazie alle cellule staminali, ricostituendosi, riapparendo. Come è possibile? Perché la vita è un fenomeno quantistico. Fondamentale è l’acqua. “Dove c’è acqua, c’è vita”, si dice comunemente.

Il fisico Emilio Del Giudice ha sempre ricordato che la medusa è fatta al novantanove per cento di acqua con una concentrazione che è sorprendentemente maggiore rispetto al mare che la ospita, che ha il tre per cento di sali. La vita degli organismi viventi dipende non dall’uno per cento delle proteine ma dal novantanove per cento di acqua. Il biofisico Albert Szent-Györgyi ha spiegato che “l’acqua organizzata nelle strutture biologiche è in grado di produrre una eccitazione elettronica in diverse specie molecolari, quindi di indurre la loro attivazione, la loro selettiva e mutua attrazione, di indurre quindi reazioni biologiche”.

Oggi sappiamo che la “fase”, nella fisica quantistica dei campi, descrive il numero di oscillazioni del campo elettromagnetico. Ed è il campo elettromagnetico a produrre una comune oscillazione degli atomi di una regione: è chiamato “dominio di coerenza”. È il campo elettromagnetico che guida quindi le reazioni biologiche, l’attivazione degli elettroni. È l’energia del vuoto ad attivare le reazioni biologiche. In natura esistono un centinaio circa di aminoacidi, ma solo venti sono presenti quali componenti delle strutture proteiche e sono gli unici ad entrare in risonanza nel dominio di coerenza dell’acqua, quindi ad essere eccitati e guidati verso reazioni biologiche. Gli altri ottanta non risuonano nel dominio di coerenza dell’acqua, quindi non sono attratti e guidati verso informazioni biologiche. Il campo elettromagnetico attiva così processi di rigenerazione biologica e l’acqua ne tramette l’informazione. L’acqua interviene nella generazione e nel mantenimento dei processi vitali. Il biologo Theodor Schwann, già nel 1835, ha sostenuto che “la matrice extracellulare è la fonte della vita, le cellule in essa contenute sono formate e regolate in base a leggi precise”. La matrice extracellulare è la sostanza che unisce tra loro le cellule, che separa gli organi uno dall’altro, che dà la forma agli organi stessi. Tutti i sistemi (circolatorio, nervoso, muscolo-scheletrico, digerente), tutti gli organi sono rivestiti, separati l’uno dall’altro dal tessuto connettivo. Il tessuto connettivo è composto da collagene. Questo forma un sistema continuo, interconnesso che attraversa tutto il corpo. Ogni movimento, ogni attività del nostro organismo coinvolge il tessuto connettivo. Il medico anestesista Stuart Hameroff ha dimostrato che i microtubuli, strutture endocellulari che connettono le membrane mitocondriali e cellulari con gli organuli cellulari, servono per trasferire informazioni e coordinare le attività cellulari. I microtubuli sono formati da tubulina e da map (microtubule associated protein), che contengono collagene. I microtubuli sono l’estensione del tessuto connettivo all’interno delle cellule. I microtubuli formano una sorta di stringhe di informazione. Albert Szent-Györgyi ha evidenziato già a suo tempo che “fino ad ora abbiamo spiegato le funzioni biologiche attraverso strutture, ma dobbiamo rivolgere l’attenzione alle particelle energetiche, quali protoni, neutroni, elettroni che sono unità di energia d’informazione, di coscienza”.

Il collagene è un materiale liquido e cristallino i cui componenti sono semiconduttori. La proprietà dei semiconduttori, fra le tante, è la “piezoelettricità”, che significa, dal greco, elettricità per compressione. Il connettivo rappresenta un sistema strutturale energetico ed informativo. Hameroff ha scritto che “la matrice che unifica la struttura del corpo, è in grado di trasportare l’informazione, di gestire la registrazione e la memorizzazione”. Ogni movimento del corpo, ogni pressione, ogni tensione in un qualunque punto dell’organismo genera una varietà di segnali bioelettrici oscillanti, micro-correnti e campi elettromagnetici per la continuità e la conduttività del tessuto connettivo; i segnali vengono diffusi a tutti i tessuti. Le molecole della matrice vivente generano oscillazioni ondulatorie che si propagano a tutto il sistema biologico. L’informazione attraverso il connettivo e l’acqua del tessuto vivente condiziona la risposta dell’organismo nella sua globalità. Quindi non più solo un apparato o un sistema ma la globalità, “il continuum” che trasferisce l’informazione in grado di attivare processi di rigenerazione di tessuti e loro funzioni. Le forze esercitate sul connettivo si trasformano in onde specifiche che viaggiano attraverso la matrice vivente e vengono trasmesse all’ambiente. Le forze sono di natura elettrica, elettromagnetica, termica, fotonica, scalare. L’ambiente è influenzato dall’energia dell’organismo e l’organismo è influenzato dall’ambiente. Tutto è in uno. Non esiste una divisione, ogni oggetto è correlato al tutto. I campi elettromagnetici coerenti con la vita attivano i processi vitali, viceversa altissime frequenze con informazioni enormemente compattate non coerenti possono trasportare alterazioni destruenti i sistemi vitali da cui le malattie. Il trasporto dell’informazione avviene grazie a proprietà delle proteine, energia che non si dissipa, non si disperde, energia porta l’informazione traverso onde solitoniche, onde che si muovono a velocità costante e mantengono inalterata la propria forma. Le eliche alfa delle proteine, come ha dimostrato Aleksandr Sergeevich Davydov, forniscono il substrato per la creazione e la propagazione delle onde solitoniche.

In natura esistono milioni di proteine in cui è presente l’alfa elica: miosina, collagene, emoglobina ad esempio, e queste proteine possono trasportare informazioni a costo energetico zero attraverso i solitoni. La struttura proteica del corpo umano, il collagene, è come un sistema di informazione a fibre ottiche. L’informazione, l’energia che condiziona l’attivazione dei processi vitali, viene memorizzata sotto forma di onda dalle fibre di collagene in quanto si orientano secondo le linee di forza del campo elettromagnetico. Tensioni, movimenti, pressioni esercitate sui tessuti generano un campo elettromagnetico, questo rappresenta l’informazione che genera i processi vitali. L’informazione energetica che emerge dalla materia vivente − informazione quantistica − attiva i processi biologici.

Aggiornato il 08 maggio 2024 alle ore 14:13