Energia: la trasformazione della luce nella materia

La materia non è solo composta di unità sempre più piccole come ha affermato Democrito – via via stiamo individuandole e “scoprendole” scientificamente tutte – ma, a differenza di quanto ha scritto il filosofo greco, non si arriva alla sua particella più piccola e minima (della materia), alla particella “non ulteriormente divisibile”, perché la materia è divisibile fino al raggiungimento non di una particella ma di una trasformazione dell’energia in materia.

Prima del fisico inglese Paul Dirac si pensava che l’universo fosse costituito da tre particelle fondamentali: il protone, l’elettrone e il quanto di luce (si dice “quanto” perché la luce è parcellizzata, quantizzata: i quanti di luce). Dirac, però, ha dimostrato che quando un quanto di luce – la luce per semplificare – passa vicino al nucleo di un atomo, può trasformarsi in una coppia di particelle: un elettrone e un positrone. E in un urto ad alta energia, in due elettroni e due positroni.

Virtualmente, quindi, il quanto di luce è costituito da due o quattro particelle. L’energia – la luce – cioè si trasforma nella coppia elettrone/positrone e viceversa. In questo modo, non ha nessun senso chiedersi quante particelle costituiscano il nucleo dell’atomo dato che l’energia – quanto di luce –sfiorando il nucleo si trasforma in un elettrone e un positrone. O in due elettroni e due positroni. La luce, cioè, si trasforma in materia. L’energia si trasforma in materia.

L’elettrone è la più leggera delle particelle cariche, non può decadere in particelle più leggere, perché non ve ne sono che possono portare via la sua carica. Particelle come l’elettrone possono essere create e annichilate, possono trasmutare l’una nell’altra. L’elettrone è una particella assolutamente stabile, è puntiforme e privo di struttura interna. È una particella elementare a differenza dei protoni e dei neutroni, che sono “composti”, cioè sono fatti di quark (la teoria che si occupa dell’interazione tra luce ed elettroni è l’elettrodinamica quantistica).

A Paul Dirac (1902-1984) dobbiamo molto in termini scientifici perché, studiando l’elettrone – l’onda elettronica – ha scritto la sua (dell’elettrone) equazione di moto, la cosiddetta equazione di Dirac, con cui descrive le proprietà degli elettroni in moto nei campi elettrici e magnetici. Dirac ha anche scoperto l’esistenza di un nuovo tipo di materia, ovvero l’antimateria. La scoperta andò così: l’equazione descriveva l’elettrone ma emergeva una nuova particella di carica elettrica positiva, mentre l’elettrone è di carica negativa. Dapprima Dirac pensò che si trattasse del protone, che è il solo corpuscolo carico positivamente allora noto, però vide che la nuova particella aveva la stessa massa dell’elettrone. Quindi non poteva essere il protone, la cui massa è quasi duemila (ripeto 2mila) volte maggiore di quella dell’elettrone. Quello di Dirac era in realtà un nuovo tipo di elettrone, cioè l’antielettrone o positrone. Ecco spiegato “chi” è il positrone.

L’antimateria è identica alla materia ordinaria, tranne per il fatto che tutte le cariche elettriche delle particelle di cui è fatta sono di segno rovesciato. Per ogni particella che può esistere, le leggi della fisica comportano che possa esistere anche una antiparticella. Antimateria e materia a contatto si cancellano l’un l’altra, annichiliscono. Quindi, nella nostra regione dell’Universo, cioè qui da noi, non esistono grandi porzioni di antimateria, perché non esisteremmo. L’antielettrone fu identificato nei raggi cosmici da Carl David Anderson (1905-1991), poi venne scoperto l’antiprotone. Tutte le manifestazioni presenti nel nostro Universo vengono generate dalla interazione dinamica della bipolarità. La luce avvicina la materia, trasformandola e trasformandosi in energia, questa determina il continuo cambiamento esistente nella conformazione dell’Universo stesso.

Tutti i fenomeni del nostro mondo si possono analizzare in termini di carica positiva e carica negativa. L’accoppiamento complementare del polo positivo e del polo negativo invade e permea l’intero nostro mondo. E la loro opposizione determina la tensione dinamica richiesta per ogni movimento e cambiamento. Tutto è in costante movimento e cambiamento, come i nostri organismi umani viventi. La dinamica del cambiamento è determinata dalla quantità di energia esistente nei due poli, positivo e negativo. L’incontro tra i due poli crea forze di energia e l’interazione tra queste forze crea tutto ciò che vediamo, l’Universo manifesto. Ogni polo nutre il polo opposto e permette la sua esistenza. Le forze polari sono reciprocamente dipendenti, costantemente interattive.

La materia, dalla forma più semplice ai fenomeni cosmici più complessi, presenta e si sostanzia del fenomeno della polarità. Lo si riscontra nell’atomo il cui nucleo è costituito da due poli, quello positivo che è il neutrone e quello negativo che è il protone, contrariamente alla sua carica elettrica conosciuta nella fisica. Normalmente, il polo magnetico Nord è negativo, mentre il polo Sud è positivo. Nella biologia, la presenza della forza polare si manifesta durante la moltiplicazione cellulare. La quantità – come la qualità – di energia polare è variabile ed è sottomessa a una natura ciclica di espansione e di contrazione. Quando il polo positivo raggiunge la sua massima espansione energetica, comincia a contrarsi a favore del polo negativo. E quando il polo negativo raggiunge la sua massima espansione, si ritrae a favore del polo positivo. E così via. Aumentando la quantità di energia in ambedue i poli, si sviluppa un aumento della forza dinamica e della forza di cambio (ogni polo ha tre vortici che lo costituiscono). Il polo positivo ha una forza emittente molto forte quando in esso i tre vortici sono emittenti positivi, meno forte quando ha un vortice positivo e due negativi. Lo stesso vale per il polo negativo quando i quarconi che lo costituiscono sono tutti di natura negativa. Il fenomeno della polarità è il costituente naturale di ogni cellula vivente, sia vegetale che animale. Il nucleo della cellula ha infatti una carica elettrica positiva, mentre il citoplasma ha un potenziale elettrico negativo e la parte esterna della cellula è invece di polarità positiva. Il globo terrestre si comporta esattamente come quello della cellula: il suo nucleo – ferro fuso – è infatti di polarità positiva, attorno al nucleo sino alla corteccia la polarità è negativa, mentre l’aria intorno alla Terra ha una polarità positiva (questo fattore è importante per capire la polarità delle diverse parti delle piante). L’attrazione tra lo spermatozoo e l’ovulo è dovuta alla differenza di polarità che li porta all’unione e alla formazione della nuova vita.

La differenza di polarità tra il cielo e la Terra influisce direttamente sulla nostra vitalità e salute di organismi viventi, come tutti gli organismi viventi. Gli organismi umani viventi sono come conduttori di energia elettromagnetica tra il cielo e la Terra, come “antenne” attraverso cui passa l’energia. Vi è infatti un campo elettrico dell’ordine di parecchie centinaia di volt per metro.

In generale, tale flusso di energia avviene più liberamente nei luoghi alti come le montagne, o nelle spiagge e nei parchi e negli altri spazi aperti, dove gli ioni negativi fluiscono liberamente tra il cielo di polarità positiva e la Terra di polarità negativa, creando un campo elettrico. La corrente elettrica naturale attraversa tutte le cellule, gli organi e l’intero sistema nervoso. E stimola il metabolismo così come tutte le funzioni fisiologiche dell’organismo vivente. È questo campo, in quanto importante fattore di carica energetica, che ci mantiene in un buono stato di vitalità. Il corpo umano è strutturalmente equilibrato energicamente. Lo è anche chimicamente mediante il processo di omeostasi che mantiene costante il livello di acidità del sangue. L’equilibrio energetico è tra tali forze complementari e sinergiche: la polarità positiva e quella negativa. Il pensiero cinese le ha identificate nello yin e nello yang, rappresentando rispettivamente l’energia della Terra e quella del Sole. Il “gioco” è tutto nella polarità positiva e negativa, nello yin e yang. Le piante le cui radici assorbono yin dalla terra, le foglie l’energia yang del Sole. Nelle polarità c’è stabilità ed equilibrio, così, secondo il Tao, c’è armonia tra yin e yang. La vita è movimento, vale a dire il costante fluire dovuto all’intersecarsi e interagire di tali forze. La loro unione crea la vita. Per i cinesi, yin e yang sono orientati sessualmente: yin è l’elemento femminile, yang l’elemento maschile. Per comprendere la polarità, vale a dire questa integrazione di forze di energia, si può richiamare il concetto di due onde energetiche che ruotano una nell’altra nel movimento ed azione creativa.

Nel corso dell’evoluzione, l’energia degli organismi – viventi – si è “posizionata” con la carica alle due estremità del corpo rafforzandosi fino a formare due centri: il centro superiore è diventato il cervello, quello inferiore il sistema sessuale e riproduttivo. Il centro di attività mediano è diventato il cuore, che pompa il sangue verso le due estremità del corpo, collegandole energeticamente con il centro. Negli alberi questo collegamento è assicurato dal flusso della linfa verso l’alto e verso il basso. Esso è legato e dipende da un corrispondente flusso di energia sotto forma di onde di eccitazione che attraversano l’organismo. L’equilibrio delle forze contrapposte è insito nel meccanismo della pulsazione, che è alla base della vita stessa. La pulsazione, che definisce un processo di contrazione ed espansione, è chiaramente manifesta nella respirazione, nella peristalsi, nel battito cardiaco e in altre funzioni corporee. È fondamentale per ogni organismo vivente.

La struttura corporea di tutti gli organismi viventi si basa su quella del verme, vale a dire un tubo dentro un altro tubo, composto di segmenti o metameri. Il tubo interno comprende il sistema respiratorio e digerente, l’esterno funge da sistema muscolare volontario. Il verme si muove quando il suo corpo è attraversato da onde di eccitazione che provocano espansioni e contrazioni nei vari segmenti che si susseguono. Lo stesso schema si ritrova anche nel movimento del cibo nel tubo interno del corpo del verme. Il corpo umano segue lo stesso meccanismo anche se ha una struttura più complessa e differenziata.

Nel corso dell’evoluzione i vari segmenti si sono fusi per formarne tre principali – la testa, il torace, il bacino – e due minori, il collo e la cintola. La fusione ha permesso a tali segmenti di sviluppare strutture altamente specializzate nei mammiferi, quali siamo. I segmenti maggiori hanno la funzione di proteggere gli organi vulnerabili situati al loro interno. Il torace, il segmento centrale del corpo, contiene il cuore e i polmoni, i due organi essenziali per la vita, all’interno della cassa toracica. La testa, oltre al naso, alla bocca e agli occhi, contiene il cervello, che dall’interno del cranio dirige l’intero corpo. All’altra estremità del corpo c’è il bacino, la struttura ossea che contiene gli organi della riproduzione e dell’eliminazione. Il collo e la cintola sono in gran parte corridoi di passaggio tra le maggiori sezioni del corpo. Sono attraversati dai nervi e dai vasi sanguigni, nonché dalle vie respiratorie e dal tubo digerente. I corridoi di passaggio danno la possibilità di flessione e di rotazione.

I quanti di luce trasformano e si trasformano nella materia; questa “funziona” con il movimento e “gioco” della polarità, positiva e negativa. Un movimento fatto di energia, onde, vibrazioni e frequenze. Nel corso della nostra evoluzione, dall’origine di noi esseri umani viventi – come di tutti gli organismi viventi nel nostro mondo – si è “formattata” la materia.

Aggiornato il 02 maggio 2024 alle ore 13:43