Pdl: «Primarie? La battaglia è persa»

La speranza era stata alacremente coltivata nel corso di tutto l’inverno e della primavera, ed era sbocciata non più di due mesi fa. Ieri l’allegra battaglia per le primarie nel Pdl è stata definitivamente archiviata.  «Abbiamo perso» ha detto Andrea Di Sorte. Il vicepresidente dei giovani dell’Anci è anche uno degli esponenti di spicco del movimento dei Formattatori, che più di tutti gli altri si erano spesi su questo tema. Di Sorte si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Peccato, per Angelino Alfano poteva essere un manifesto politico e un segnale di cambiamento». Ma rinnova la propria fiducia al segretario, commentando le voci che vorrebbero l’ex Guardasigilli alla guida del partito nelle prossime elezioni regionali in Sicilia: «Angelino candidato nell’isola? Se succede mi trasferisco lì a fare il porta a porta».

Non è un mistero che, in caso di consultazione fra la base azzurra, i Formattatori avrebbero appoggiato la candidatura di Alfano. E non stupisce che ne appoggino un’eventuale corsa per il dopo Lombardo. Ma solo una settimana fa, il segretario aveva liquidato la richiesta del movimento di celebrare le primarie in Sicilia come una «liturgia ipocrita». Accusa che era stata rispedita seccamente al mittente. Un comunicato dei Formattatori osservava che le parole di Alfano erano state pronunciate «nonostante un documento approvato dall’ufficio di presidenza dell’8 giugno scorso, a favore delle primarie per la premiership, senza alcuna eccezione e finora mai emendato formalmente, conservi ancora tutte le firme della dirigenza pidiellina». La conclusione era eloquente: «Non è forse ipocrisia anche questa? Per riscattarsi dalle promesse non mantenute il Pdl riparta dalla Sicilia». Ma Alfano non ha sentito da quell’orecchio. E giovedì scorso aveva ribadito: «Non facciamo le primarie se Berlusconi accetterà di candidarsi. Non facciamo le primarie sul fondatore del partito: sarebbero superflue, scontate, ipocrite e inutili»

In effetti, tra gli esponenti del movimento, la discesa in campo di Silvio Berlusconi era stata vista come un segnale molto negativo nell’impervio percorso che avrebbe dovuto portare alle primarie. Una strada che ieri si è definitivamente interrotta. Ad una settimana dal duro scontro, sembra tornata l’armonia tra il segretario e i Formattatori. Archiviata la stagione delle primarie con una manciata di consultazioni a livello comunale, il movimento ha dovuto ricalibrare la propria linea. Se da un lato continua a ribadire l’esigenza di riformare l’intera dirigenza del partito, dall’altro sostiene Alfano come ha sempre fatto negli ultimi mesi. In molti ancora oggi criticano il tributo che i Formattatori gli dedicarono il mese scorso durante la convention di Pavia, quando l’ombra del Cavaliere era ancora distante e la partita per il futuro incerta. E oggi gli rinfacciano un’eccessiva confusione tra il metodo – sostenere Alfano una volta spuntata la battaglia per le primarie – e il merito – appoggiare il segretario tout court, anche dopo essersi messo di traverso ad un progetto politico per molti considerato la pietra angolare del rinnovamento del Pdl.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:54