Figli a coppie gay? Prima le emergenze

Capita che in un Paese allo sbaraglio, in recessione e, in vista delle elezioni politiche (24 e 25 febbraio), ancora in una condizione politica confusionaria che mantiene il cittadino congelato di fronte alla scelta da fare all’urna, si perda tempo prezioso a discettare e spesso a litigare su faccende che sono obbligatoriamente rinviabili. È il caso del dibattito in corso sull’affidabilità o meno di figli a coppie omosessuali. Non una vera e propria questione di lana caprina, ci mancherebbe. Perché il tema è tutt’altro che di cattivo gusto e trascurabile, a prescindere da come uno la pensi. Sui tempi in cui vada esaminato, però, è necessario adoperarsi in un esercizio di buon senso.

Cosa che non fanno i nostri politici i quali, in campagna elettorale, si fiondano su qualsiasi disputa, col risultato di mancare di rispetto sia alla stessa - che come ogni argomento merita la dovuta attenzione - sia a tutto ciò che va considerato preminente. Un esempio disarmante di tale inopportunità lo sta dando il premier uscente Mario Monti, che dopo aver seppellito di tasse gli italiani per oltre un anno, ora che è sceso nell’agone politico con la furbesca intenzione di rappresentare un nuovo centro, si mette a fare il moralizzatore per garantirsi la benevolenza del Vaticano e il voto dei cattolici a oltranza invece di limitarsi a spiegare come farà - se dovesse essere confermato premier - a slacciare il cappio che lui stesso ha stretto alla gola dei contribuenti. Retrogrado e bigotto, demonizza quello che sarebbe un passo decisivo per la modernizzazione del Paese.

In tal modo, fra l’altro, rinnegando la propria sbandierata laicità. Il bocconiano se ne esce alla Rosy Bindi asserendo che l’unica famiglia concepibile sarebbe quella formata da un uomo e una donna e che, di conseguenza, eventuali figli possano crescere sani di mente solo con mamma e papà. Dovrà rassegnarsi il professore, visto che la Corte di cassazione ha stabilito che «un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia omosessuale» perché si tratta di un «mero pregiudizio» sostenere che «sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale» Monti - che va detto non è l’unico concorrente alla poltrona di presidente del Consiglio a fingere di avercela con la coppia gay - rifletta sul fatto che per lo più quest’ultima fa una scelta di genitorialità studiata e spassionata, mentre nella famiglia tradizionale spesso i bambini sono vittime di padri e madri inadeguati.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:15