Ruby Ter: Magistratura 12° uomo in campo

Il popolo della sinistra mal digerisce la riabilitazione politica di Berlusconi e la vede come un tradimento del lungo lavoro giudiziario che è stato finalizzato con l’interdizione dai pubblici uffici e con l’espulsione dal Senato. Cuperlo e Fassina ne sono stati efficaci megafoni agitandosi come degli indemoniati fino al gesto estremo di dimettersi da tutto rasentando il ridicolo con atteggiamenti bambineschi che ricordano tanto quando da piccoli ci portavamo via il pallone se in cortile non ci facevano tirare il rigore. Eppure Renzi è andato giù come un treno rimediando un accordo lampo con Berlusconi e stendendo un testo di legge la cui discussione è stata immediatamente calendarizzata nella competente Commissione alla Camera.

E così l’odiatissimo B. è di nuovo in pista e questa volta ha trovato solidi alleati nel Partito Democratico. È in pista nonostante i tradimenti di Enrico Letta, nonostante i tranelli di Napolitano, nonostante le scissioni sospette, nonostante sentenze discutibili, nonostante l’età, nonostante tutto. È un martire? È un superman? È una figura positiva? Sul tema ognuno ha le proprie opinioni e probabilmente non esiste una verità, ma solo un mosaico che compone una versione molto complessa delle cose. Un fatto è certo: nel bene ma soprattutto nel male le regole politiche, civili e giudiziarie per lui non valgono come per tutti gli altri.

Comunque è difficile fermarlo, soprattutto adesso che, grazie al gioco di sponda con il segretario del Pd, ha il vento in poppa e assume le sembianze del padre costituente e del riformatore dello Stato. Bisogna fermarlo, è necessario porre l’ultimo argine a difesa del fortino democratico ed è per questo che il correntone di sinistra ha pensato alla guerra di trincea in Commissione ove i numeri sono confortanti. Il rischio però è quello di fare di Berlusconi e Renzi dei martiri sulla strada delle riforme ponendo la sinistra come l’agente ostile al rinnovamento dello Stato. Ci vorrebbe un’idea, anzi no perché il pizzino (in senso figurato) è stato mandato e chi doveva raccogliere lo ha fatto: non uno, non due ma tre, il Ruby ter.

Come se non bastasse il Tribunale di Sorveglianza di Milano che dovrà decidere sui servizi sociali per la precedente condanna, alla luce del nuovo risvolto giudiziario (con Berlusconi indagato) potrebbe anche fissare misure restrittive per il rischio di reiterazione del reato. L’ipotesi degli arresti domiciliari si fa così sempre più concreta. Ogni ulteriore commento sembra superfluo. Si badi bene, nessuno vuole insinuare che la magistratura sia il braccio armato della sinistra politica; forse l’ennesimo tempismo nella chiusura delle indagini e l’impressione che quella di Milano sia un “Procura dedicata” o se volete “monotematica” rispetto al Cavaliere, indica che probabilmente una certa inconscia comunione di intenti esista.

Il messaggio è chiaro: se da un lato gole profonde della Corte Costituzionale fanno sapere di non gradire l’Italicum (paventando una inesorabile bocciatura su richiesta) e se dall’altro la Procura di Milano tenta di mettere un macigno sulla legge elettorale e sul futuro politico del centrodestra, allora è evidente che il compromesso Pd-Forza Italia è sgradito a tal punto che, ancora una volta, pezzi delle Istituzioni si sentono autorizzati condizionare (sabotare?) la normale vita democratica del Paese facendo il dodicesimo uomo in campo. E così il popolo della sinistra è servito. Per ora.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14