Non diritti acquisiti ma   privilegi autoconcessi

Per eliminare gli sprechi, l’obiettivo deve essere quello della abolizione dei vitalizi e della buonuscita agli ex parlamentari ed ex consiglieri regionali con effetto retroattivo.

Si tratta di un privilegio anacronistico, che non il Paese non si può permettere e che è da abolire. Ovviamente, nel tempo, sono privilegi che sono stati “blindati”, o meglio, quelli che ne hanno fruito e usufruiscono tuttora, li hanno “blindati”. Allo stato non basta che alcuni rinuncino al proprio per decenza o vergogna, bisogna disciplinare il non esborso e la restituzione, con legge. L’obiettivo deve essere quello di eliminarli del tutto in maniera tale da potere traghettare lo Stato ad essere minimo, ridotto a pochi servizi essenziali economicamente autonomi.

Non è questione né etica né morale, ma di politica economica, oltre che di impostazione di sistema. Per il momento bisogna riformare il sistema dei compensi sovvertendo le regole con cui sono stati formati ed elargiti, in senso contrario alle misure adottate negli ultimi anni dal parlamento. In generale nessuno deve arrivare a percepire il vitalizio e, per un breve periodo transitorio di uno o due anni, non prima di avere almeno 65 anni (Veltroni se ne farà una ragione). E per chi non lo percepisce le regole esistenti non devono essere rese omogenee in quanto oggi ci sono una pletora di distinguo tra consiglieri prima e dopo l’anno 2004, ma disporre di nuove regole che li eliminino. Il quantum deve in ogni caso essere calcolato per tale breve lasso di tempo in base al contributivo, cioè a quanto si è versato, essendo insufficiente la previsione del tetto massimo, anche perché non la si rispetta, e deve essere abolito del tutto il cumulo con altri redditi derivanti da incarico o nomina pubblica.

Come applicare queste regole a chi già percepisce l’assegno, cioè al numero spropositato e dissennato di italiani che ne usufruiscono? In Italia tantissimi lavoratori sono andati in pensione giovani (Veltroni docet), esistono persino pensionati a 29 anni (uno scandalo), perché hanno sfruttato contro gli altri italiani le folli norme di favore esistenti. Le “regole” indegne che ci si è dati hanno permesso, ad esempio, all’Enpam di pagare indennità sostitutive del reddito di cinque mesi per gravidanza e parto di ben 400 milioni di lire.

Come limitare la pensione ingiustificata e improduttiva? All’interno del nostro ordinamento civile esiste il principio del legittimo affidamento, ma non esistono tutele costituzionali per le pensioni di anzianità. Si possono cambiare i parametri di riferimento, ad esempio, la rivalutazione dovrebbe limitarsi solo alle pensioni entro tre volte il minimo annuo del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti, si devono drasticamente cambiare le quote di reversibilità.

Una volta le pensioni corrispondevano all’esigenza di garantire a chi andava in politica di non avere preoccupazioni per il futuro, si pensava che così la politica avrebbe attratto i migliori. Oggi abbiamo il peggio e lo paghiamo pure caro. Lo strumento era folle ed è financo degenerato e la politica è totalmente priva di credibilità, figurarsi di dignità. E’ necessario oggi si rimuovano diritti quesiti e privilegi facendo forza sui principi generali dell’ordinamento giuridico e si risani riequilibrando, e riportando ogni settore, ambito e funzione al criterio di equità nell’interesse di tutti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19