Tsipras vi ricorda  per caso qualcuno?

Come ampiamente annunciato, Tsipras ha vinto le elezioni greche ma il suo trionfo, avvenuto sulle ali di uno strano entusiasmo trasversale, lascia alcuni nodi irrisolti che ovviamente verranno a galla tra qualche tempo quando la sbornia sarà passata. Potremmo dire che Tsipras vince ma non convince anche se la percezione è quella di uno schiaffo alla trojka e di un colpo mortale alla teoria del rigore imperante in Eurolandia.

Preliminarmente siamo indotti a pensare che questa Europa un po’ codarda riversi nel neopremier greco la speranza di potersi accodare ad un leader che finalmente ne canti quattro alla Merkel, avendo il coraggio di assestare quei due calci nel sedere ai paladini dell’austerity che nessuno prima d’ora era riuscito a dare (in realtà Berlusconi ci aveva provato ma a lui è vietato battere le mani).

Insomma “vai avanti tu che io poi ti seguo”, è questo il messaggio che giunge dall’Italia alla Francia passando per la Spagna giubilanti per il risultato. In secondo luogo, il presunto trionfo di Tsipras è una vittoria a metà perché figlia di problematiche strettamente connesse alla legge elettorale greca. Essa prevede una soglia di sbarramento del 3 per cento con una complessa formula di scelta dei singoli deputati: 12 seggi sono distribuiti attraverso liste bloccate, con una proporzione determinata dalla percentuale di voti ottenuta da ciascun partito. Il resto dei parlamentari è eletto in base ai voti ottenuti in ogni collegio. A conti fatti, Tsipras non ha la maggioranza dei seggi e dovrà appoggiarsi ad un partito indipendente di centrodestra con le ovvie fibrillazioni che deriveranno dalla voglia inevitabile dell’alleato minore di mostrarsi determinante ed ottenere visibilità.

Aggiungiamo che la stessa Syriza è un aggregato composto da diverse sensibilità svarianti dai comunisti più ortodossi ai socialisti progressisiti, fino a giungere alla componente simil grillina. Questo accade quando per vincere le elezioni si aggregano nella stessa lista elementi eterogenei tra loro. Un po’ come se (e succederà visto il funzionamento dell’Italicum) Berlusconi facesse un listone con la Meloni, Alfano, Casini e Salvini. Questo, alcuni come il bravissimo Claudio Cerasa lo chiamano bipolarismo intelligente attribuendo a Berlusconi un colpo di genio che non c’è, mentre chi scrive lo definisce solo una supercazzola fatta per rimandare il problema a dopo le elezioni quando sarà inevitabile sottomettersi ai poteri di interdizione delle piccole componenti ospitate nel listone omnibus. Tsipras è in questa situazione e non vorremmo essere nei suoi panni quando (To Potami) Il partito Greci Indipendenti, il suo alleato di governo, comincerà a sparagli addosso manco fosse il miglior Mastella del Peloponneso.

Infine, la vittoria dell’ingegnere greco è dimezzata perché le promesse fatte sono state grosse, troppo grosse. Con un affidamento di denaro da parte delle istituzioni europee (40 miliardi sono stati graziosamente prestati dalla ricca Italia), con un debito pubblico in continua ascesa, con riforme annunciate e mai fatte e con una spesa per interessi difficilmente onorabile, ha promesso la luna sulle pensioni, sulla sanità pubblica, sugli investimenti e sul sociale. Ha anche minacciato fuoco e fiamme contro la trojka e gli euroburocrati, rettificando di giorno in giorno la sua posizione fino a parlare di un piano di rientro dilatato nei tempi e di un’Europa da riformare e non da abbattere e con cui si troverà un accordo. Insomma, nascono incendiari per vincere le elezioni e muoiono pompieri quando si tratta di concretizzare.

Il ragazzo però piace al popolo, ha carisma, sa parlare, incanta, appassiona ed ha una bella faccia tosta. Ha il solo demerito di spararla grossa con annunci che poi ridimensiona per tirare a campare fino a quando è possibile. Chi vi ricorda?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:28