Nasce First, intervista a Giulio Romani (Cisl)

In un momento in cui la “vocazione sindacale” sembra affievolirsi, nasce FIRST, un nuovo modo di intendere il ruolo di “parte sociale di settore”, frutto di una fusione tra Fiba Cisl e Dircredito. Abbiamo ascoltato il Segretario Generale Giulio Romani per saperne di più.

Romani, nasce FIRST, perché un nuovo sindacato?

Intanto preferisco chiamarlo "un Sindacato nuovo". In questa definizione c'è anche il motivo. Non siamo partiti dall'idea che non occorresse creare un nuovo sindacato uguale alla FIBA, perché altrimenti sarebbe stato sufficiente cambiare nome a quella. Abbiamo scelto di costruire un "sindacato nuovo" in quanto diverso da qualunque esperienza passata: un sindacato con meno livelli burocratici, concentrato sul rapporto con i lavoratori, specializzato in alcune specificità (esodati, cooperazione, contrattazione aziendale, alte professionalità), rappresentativo di tutti i livelli professionali, dalle aree professionali ai dirigenti.

Perché la scelta di rappresentare i dirigenti?

I dirigenti sono parte del "ciclo produttivo" delle nostre aziende. Non stiamo parlando di manager, ma del livello più alto della catena esecutiva nelle aziende. Negli ultimi tempi abbiamo spesso assistito a situazioni i cui si sono trovati a pagare in modo "salato" il conto delle crisi aziendali (basti ricordare i licenziamenti al Monte Paschi) senza averne alcuna responsabilità individuale. In fin dei conti, dopo il contratto del 1999 che cancellò la possibilità di carriera dei funzionari, il passaggio a dirigente, nelle aziende, è diventata la naturale evoluzione di molti quadri. Non vediamo perché dovremmo smettere di tutelare i nostri iscritti nell'evoluzione più delicata del loro percorso professionale. In realtà la FIBA già aveva molti dirigenti iscritti. Ora, grazie alla fusione con Dircredito, la FIRST li rappresenterà anche contrattualmente.

Cosa si propone di fare FIRST?

Annunceremo il nostro programma il 26 maggio, quando presenteremo FIRST al mondo. Stiamo elaborando una proposta che guardi ad un nuovo modello di unità sindacale finalizzato a gestire meglio nuovi modelli di contrattazione e di democrazia economica. Di più preferisco non dire. FIRST parlerà di produttività, di bilateralità e di partecipazione. Proverà a farlo a tutti i suoi interlocutori, confederazione, sindacati di settore e controparti. Vogliamo dare un contributo al rilancio della rappresentanza e contiamo sulla capacità del sindacato di settore di essere, come da tradizione, all'avanguardia nel sostenere proposte e modelli di rappresentanza innovativi.

FIRST significa primi?

No. FIRST significa Federazione Italiana Reti dei Servizi del Terziario e si legge in italiano. Significa che in prospettiva potremmo aprirci anche ad altre esperienze contrattuali grazie ad un modello organizzativo, molto originale, che consente di mantenere separate le diverse aree di rappresentanza e di non perdere identità nella tutela delle specificità. Ovviamente si presta ad una lettura all'inglese, ma se vogliamo trovare un doppio senso, dobbiamo ricercarlo nella volontà di essere i primi a collaudare un modello sindacale di questo tipo e, soprattutto, i primi a rappresentare autorevolmente tutti i lavoratori del settore a tutti i livelli professionali fino ai dirigenti. Pensiamo che nella sfida della produttività, in cui non potremo non confrontarci in futuro, sia fondamentale avere la rappresentanza anche di questi ultimi. Quanto ai numeri che si originano dalla fusione con gli amici di Dircredito li conteremo al momento opportuno. Ora qualunque commento sarebbe prematuro e distoglierebbe l'attenzione dal focus vero dell'operazione.

Come è stato possibile convincere Dircredito, un sindacato autonomo, ad accettare una fusione con FIBA, confederale e molto più grande?

Esistono, per fortuna, persone che non fanno le cose per calcolo politico o per convenienza personale, ma, semplicemente, perché ci credono. In Dircredito ne abbiamo conosciute moltissime, a partire dal segretario Maurizio Arena che ha condotto la sua organizzazione a questa fusione con grande lungimiranza. Abbiamo deciso insieme di fondare una sindacato nuovo, perché entrambe le organizzazioni avevano maturato il convincimento politico che fosse necessario dare una forte e moderna rappresentanza al settore secondo i principi di cui ho parlato in precedenza. Credo che nella loro scelta sia stato determinante anche il modello confederale della CISL, che si fonda sull'autonomia delle federazioni e non sul primato della confederazione. In questo modo il vincolo confederale non è un limite all'autonomia della rappresentanza categoriale, ma solo uno spazio in più, fondamentale in questi tempi, per rappresentare gli interessi dei propri iscritti. Pensiamo alle politiche fiscali o a quelle sulla legalità, solo per fare un esempio e colleghiamole agli interessi dei nostri colleghi: ci pare evidente che avere voce in capitolo nelle scelte della CISL e poter contare anche nel rapporto tra confederazione e Governo sia un valore aggiunto straordinario alle politiche della federazione. Gli amici di Dircredito lo avevano ben chiaro e, quando hanno accertato che tutto ciò fosse possibile mantenendo il primato della categoria, non hanno avuto dubbi sulla possibilità di apportare la loro esperienza di autonomia al nostro modello confederale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32