Il centrodestra si svegli

Tutti credono che Silvio Berlusconi stia vendendo i principali asset del suo impero, a cominciare dal Milan. Nessuno si rende invece conto del fatto che il primo asset dismesso da Berlusconi è proprio Forza Italia. Il partito azzurro è un’azienda decotta con una grande liquidità (un buon numero di parlamentari), ma con ordinativi nulli (i voti previsti nei sondaggi) che, ceduto a Matteo Renzi, viene usato come succursale del Partito Democratico nei modi più vari: viene utilizzato come stampella per fare patti del Nazareno, viene adoperato per donare graziosamente i voti e spaventare la minoranza interna del Pd o viene impiegato per fare un’opposizione più simulata che reale.

A Renzi fa comodo Forza Italia perché occupa passivamente uno spazio simbolico, lasciando scoperta tutta quella fascia di ceto medio che, in presenza di un serio partito di centrodestra, diventerebbe terreno di contesa e di concorrenza agguerrita. Invece Renzi ha imbarcato il ceto medio a buon mercato e non tanto per meriti propri, quanto soprattutto per abbandono del legittimo contendente. Ad ogni modo, Berlusconi dice di avere un piano: assassinata la creatura scomoda (Forza Italia), il nuovo progetto per il futuro si chiama Partito Repubblicano ed ha come leader Berlusconi, come riferimento internazionale Bush, come programma il niente e come classe dirigente, verosimilmente, gli yesmen graditi al capo.

Cambiano gli slogan, cambiano i nomi ma gli errori sono sempre gli stessi: non si parte da un modello di società da offrire agli elettori, si fanno i casting per selezionare il personale politico, chi non è d’accordo viene considerato un traditore, si fanno progetti a lungo termine come se il leader fosse anagraficamente infinito, non si comprende che certe amazzoni sono dannose e che taluni fedelissimi senza intelligenza non dànno valore aggiunto ma servono solo a portare le ciabatte mettendosi su due zampe. Si potrebbe continuare a lungo nell’elenco degli errori che il centrodestra commette abitualmente, ma forse è più importante concentrarsi sull’inutilità dell’ennesima discesa in campo. È bene che si sappia che il centrodestra è già in campo ma non riesce a toccare palla per una serie di motivi, alcuni dei quali puramente voluti. Non è vero? Partiamo dai dati macroeconomici: a dispetto dei proclami renziani, essi mostrano una disoccupazione in crescita (nonostante il pannicello caldo chiamato Jobs act), un Pil che nel 2015 aumenterà dello zerovirgola (per giunta, come dice il Fondo Monetario, spinto più da variabili internazionali che dalle riforme), un tesoretto che non esiste, una pressione fiscale da spavento, una spesa pubblica fuori controllo ed un pasticcio enorme sulla gestione dei rimborsi legati all’incostituzionalità della legge Fornero. Qualcuno di voi ha udito dal centrodestra alzarsi voci o incalzare il Governo proponendo un modello diverso di Paese? Il nulla. Chiaro che, in questo contesto, Renzi e le sue frottole abbiano un gioco estremamente facile.

Non basta? Bene: abbiamo tutti davanti agli occhi la retorica antifascista prosaicamente sciorinata il 25 aprile ed abbiamo tutti ben presente la violenza democratica che qualche giorno dopo ha devastato Milano, armando i no expo dei centri sociali, rimbrottati a caldo ma subito difesi sui giornali di sinistra come fossero degli esuberanti “buoni guaglioni”. Qualcuno (foss’anche da destra e non da Forza Italia) ha forse fatto notare che certe persone pretendono di insegnare la democrazia e la civiltà agli altri senza averne alcun titolo? Qualcuno ha forse fatto notare che non basta prendere le distanze dalle frange violente se, ogni volta che c’è una manifestazione, i Black bloc riescono a confondersi tranquillamente nel corteo?Qualcuno ha affiancato i milanesi quando si sono ribellati all’inciviltà e, da soli, hanno ripulito la città? Qualcuno ha forse fatto notare che in Italia ci si ostina a festeggiare in pompa magna una divisiva guerra civile mentre in occasione del 24 maggio si stappa una gazzosa e tanti saluti? Beh certo, la canzone del Piave diceva “non passa lo straniero” e la Boldrini potrebbe considerarla una provocazione. In Italia invece lo straniero passa eccome e non sembra che il centrodestra faccia le barricate per contrastare un modello di accoglienza che è suicida oltre che pericoloso. Renzi sta imponendo un modello low-cost di Paese con mezze riforme, provvedimenti dati per conclusi solo perché annunciati su Twitter, narrazioni gigione di #voltebuone che non esistono e politiche internazionali che non danno all’Italia la posizione che merita nello scacchiere mondiale. Il centrodestra si svegli e la smetta di immaginare operazioni di maquillage per nascondere una crisi che è tutta politica ed interna al campo moderato.

Fitto non è la causa, Fini potrebbe essere una concausa come lo sono sicuramente certa parte della magistratura e certi ambienti internazionali ostili a Berlusconi. Qui però è la politica a mancare, è un modello di Paese a latitare, sono le persone ad essere inadeguate. Renzi non ha ipnotizzato il Paese, ma si è semplicemente infilato senza resistenze laddove un elettorato in libera uscita è stato lasciato incustodito da chi ha pensato bene di impalcare dei “Carneade” in luogo di persone dello spessore di Urbani, Martino, Costa, Ferrara, Zeffirelli, Baget Bozzo e Tiziana Parenti. Un sussulto di dignità sarebbe gradito.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:29